Scritto da Valeria Lupidi Mercoledì 11 Gennaio 2023 09:39 Letto : 903 volte
Via del Popolo narra se stessa ed i suoi personaggi che si intrecciano con la vita dell'attore. La Ruina è struggente nel suo ricordo dell'infanzia nella provincia calabrese e coinvolgente negli episodi che scorrono accavallandosi senza mai creare confusione. Tante storie che paradossalmente cominciano dalla fine, lo spettacolo infatti inizia nel cimitero del paese, quasi a voler deridere il tempo prendendosi gioco del suo trascorrere. La Ruina si muove e danza tra le luci sul pavimento che disegnano il crocevia dove termina Via del Popolo ed inizia un nuovo percorso. Le sue rievocazioni dei personaggio che hanno animato quella strada, ma che ora sono spariti, accendono la fantasia del pubblico e quasi sembra di vedere l'elettricista con la sua cassetta degli attrezzi, il macellaio col grembiule imbrattato di sangue, il barista Pino. La pièce è un gentile elogio alla vita lenta, ai trenta minuti che si impiegano per percorrere 200 metri e durante i quali si assaporano i legami presenti in una piccola comunità che, forse, i frenetici ritmi moderni (ed il centro commerciale al posto della bottega familiare) hanno fatto perdere. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 10 gennaio 2023. |
Via del Popolo Teatro Basilica |