Home News news Dipinto sull'acciaio - Il libro di Francesco Gallina

Dipinto sull'acciaio
Il libro di Francesco Gallina


Il rapporto stretto tra il metal e la pittura

 

COMUNICATO STAMPA “DIPINTO SULL’ACCIAIO”

Francesco Gallina

Dipinto Sull’Acciaio

Del Rapporto tra Heavy Metal e Pittura

Arcana Edizioni

Data di uscita: 25 marzo 2021

Prefazione di Eliran Kantor – Postfazione di Steve Joester - Copertina di Paolo Girardi

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“Un concetto, quello di sublime, che è da porre in relazione diretta con l’idea di immenso e le sensazioni che risvegliano in noi quelle evocate da ciò che è oltre noi e dall’orribile. Quindi anche di vita e di morte e di tutte le emozioni che scorrono in mezzo, come ha sempre fatto la pittura. Non è quindi del tutto naturale che le opere dei maestri del pennello che più degli altri sono stati capaci di tradurre tutto questo su tela siano state fatte proprie da un mondo come quello del metal, che in buona parte percorre le stesse strade alla ricerca delle stesse risposte?”

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Nonostante la presenza massiccia di riferimenti intellettuali importanti al suo interno, il mondo dell’heavy metal è visto da fuori utilizzando la lente deformante del pregiudizio, che distorce e mortifica profondamente il significato della più larga parte di questa sottocultura. Invece, essa è connotata da riferimenti profondi a vari settori artistici basilari per definire l’identità di singole popolazioni o della razza umana nel suo complesso. Religione, filosofia, scienza, politica, storia, folklore e vari altri argomenti di interesse comune a ogni persona di cultura non sono troppo difficili da rintracciare al suo interno. Così, risulta altrettanto naturale che si sia fatto e si faccia un massiccio uso del lavoro di grandi pittori per le cover di alcuni di questi e ancor più macroscopico come la percezione comune rispetto a una forma espressiva multiforme come quella in analisi, sia sbagliata. Puntualizzarlo può contribuire non solo a far capire meglio un mondo che è un vero giacimento culturale dai più sostanzialmente ignorato, se non deriso o denigrato, ma allo stesso modo a prendere o riprendere contatto con una parte importante della cultura europea e non solo. I personaggi che hanno prestato la loro opera per il metal approcciando la materia con mentalità vicina a quella di alcuni artisti heavy sono così tanti, che ignorare questo aspetto della questione significherebbe fare un grave torto al mondo del sapere. Da pittori epocali come Hieronymus Bosch o il Goya fino a nomi molto vicini a noi come quelli di Giger e Beksiński, a una serie di illustratori moderni e contemporanei come Frazetta, Riggs, Girardi o Kantor, la semplice analisi superficiale della vastità dei riferimenti pittorici considerati basilari da ogni critico d’arte degno di questo nome che si osservano nel settore hm, dovrebbe indurre a riflettere meglio su come un intero universo musicale meriterebbe di essere considerato. Senza liquidarlo frettolosamente come pura e semplice espressione di vuota ribellione in quanto tale o peggio, come fenomeno pericoloso da combattere per mettere al riparo la società più rispettabile dall’influenza nociva di un pugno di satanisti, alcolizzati e drogati dediti al rumore, come moltissimi sembrano ancora pensare. Dipinto Sull’Acciaio tratta inizialmente della presenza di opere pittoriche classiche negli artwork di album heavy metal e dintorni dividendolo in più parti. Nella prima prende a titolo di esempio una ristretta serie di autori importantissimi - i cosidetti “Totem” - i quali sono stati scelti massicciamente da gruppi metal, o che sono in ogni caso importanti per alcuni particolari dischi loro legati e pertanto risultano maggiormente conosciuti dagli ascoltatori del genere. O ancora, che per il loro particolare afflato pittorico e per il modo in cui hanno vissuto, sono da considerare come intrinsecamente heavy. Poi fa lo stesso per alcuni altri appartenenti a correnti pittoriche concettualmente metal come Romanticismo, Simbolismo e Preraffaeliti, ma in maniera più sintetica. Per chiudere la prima parte il libro fa una corsa dal Trecento al Novecento osservando alcuni pittori “cannibalizzati” da musicisti metal, per dimostrare come l’interesse dell’heavy verso la pittura attraversi un arco temporale enorme che, peraltro, avrebbe potuto essere trattato in maniera ancora più vasta e col black metal a marchiare la maggioranza dei passaggi. Nella seconda parte, invece, si occupa di alcuni illustratori/disegnatori che hanno prodotto copertine importantissime sia per il loro impatto estetico e spesso pure per la qualità dei dischi cui sono associate, indicando il loro rapporto con l’arte dei secoli passati e le influenze da questa provenienti, sconfinando ripetutamente nel mondo del fumetto. Stabilendo una volta per tutte che per veicolare cultura ai nostri giorni, ci vorrebbero probabilmente molti più Bruce Dickinson e Dave McKean e davvero meno Sfera Ebbasta e Myss Keta a stuprare le nostre cellule cerebrali. Da rimarcare la prefazione di Eliran Kantor e la postfazione di Steve Joester.

Coi contributi letterari e le illustrazioni di Eliran Kantor (illustratore per Testament, Helloween, etc.), Mario Di Donato (Unreal Terror, The Black e pittore affermato), Enzo Rizzi (autore di Heavy Bone: la storia del rock a fumetti, etc.), Paolo Girardi (illustratore per Manilla Road, Dark Quarterer, etc.) e Steve Joester (fotografo per Judas Priest, Rolling Stones, Pink Floyd, Sting, etc). Il libro è stato recensito o menzionato in Italia da testate d’arte e cultura come Insideart, europaeculturaelettronica, A6Fanzine, emotionrit.it e da tutte quelle dedicate al metal. All’estero, l’opera è stata inserita da Amaranta Saguar García per conto dell’organizzazione culturale internazionale ISMMS (International Society for Metal Music Studies) tra quelle di interesse per il proprio data base scientifico/letterario, è citata dalla pagina Facebook di lingua spagnola heavytecarios che si occupa di catalogare opere di valenza culturale dedicate al metal a livello mondiale, è stata presentata con interviste audio/video in Argentina dal portale truenosmetalicos.com.ar e dalla stazione radio NAP-La Falda; in tutta l’America Latina, Spagna e Portogallo dalla trasmissione Metal Invaders tramite la piattaforma TV wowelsalvador.com e la sua uscita è stata riportata con ampio spazio dalle testate cilene rocklegacy.cl, rockandwrestilng.com e zerovarius.cl, da quella U.S.A. di lingua spagnola rockerosvip.com, da quella croata northfromnorthern.wordpress.com e da quella tedesca eternal-terror.com. Il libro è stato esposto al Salone Internazionale del libro di Torino 2021 ed è stato acquisito dalla Biblioteca del Comune di Morazzone (VA).

https://www.youtube.com/watch?v=Mx2Pq1UICQw

L’AUTORE

Francesco Gallina ha cominciato all’età di diciassette anni come speaker radiofonico e scrivendo inizialmente per la fanzine di Torino «Metal Fortress» poi diventata «Inferno Rock», la prima rivista dedicata all’heavy metal in Italia regolarmente diffusa in edicola. Dal 2005 scrive per la metal webzine «metallized.it», per cui ha pubblicato a oggi oltre 2000 tra recensioni, live report, articoli di approfondimento a sfondo sociale e culturale e interviste ad alcuni tra i personaggi più in vista della scena metallica internazionale. Ha pubblicato alcuni racconti brevi con Perrone Editore, è autore della prefazione della biografia «Rory Gallagher, il bluesman bianco con la camicia a quadri», di «Italian Thrash Metal Militia» e «Benvenuti All’inferno». Una sua recensione è compresa nel volume «Italian Rhapsody. L'avventura dei Queen in Italia». Prima di «Dipinto Sull’Acciaio - del rapporto tra heavy metal e pittura», nel 2019 è uscito il suo volume «Donne Rocciose – 50 ritratti di femmine rock», seguito nel 2020 da «Adepti della Chiesa del Metallo», ambedue per Arcana Edizioni.

 

Dipinto Sull’Acciaio, dettagli prodotto:

Copertina: Flessibile Pagine: 496

Editore: Arcana Collana: Musica

Formato: 15 x 21 Lingua: Italiano

ISBN-10: 8862317182  -  ISBN-13: 978-8862317184

http://www.arcanaedizioni.com

Per contatti: https://www.facebook.com/fgrpress - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

fgrpress 2021


RASSEGNA STAMPA:

“Un’opera monumentale che si dimena fra il cordone ombelicale che collega l’HM nella sua definizione e stratificazione più ampia a immagini fantasy, horror e altre di semplici paesaggi, quadri famosi e non e una miriade di altre soluzioni, ove però il fil rouge che tiene assieme il tutto è costituito dalla passione e dalla determinazione dello stesso autore, che ha avuto l’ardire e il coraggio di immergersi in un territorio tanto sterminato quanto minato”. (Stefano Ricetti – truemetal.it)

“Dipinto sull’ Acciaio è una galleria d’arte che possiamo visitare indossando le cuffie e andando nei vecchi negozi di vinili. Se alla fine della lettura non avete cambiato idea nei confronti di metallari e affini, l’unica terapia è quella di ricominciare da pagina uno”. (Graziella Ventrone – rockmylife.it)

“Dipinto sull’acciaio” risulta un compendio da tenere accanto alla mensola dei dischi e da poter sfogliare durante l’ascolto di questi, per comprenderne meglio contenuto e copertina attraverso pennellate nerissime, citazioni forse non troppo nascoste, reinterpretazioni o copie di quel lato oscuro che da sempre affascina l’uomo. (Sara Sostini – metalitalia.it)

“Il tema è vasto e va applaudito l’immane lavoro dell’autore nell’essere riuscito ad accumulare tanto materiale […] Scoprirete che artisti come Raffaello, Caravaggio, Goya, Klimt, Rembrandt e tanti altri hanno ispirato musicisti dediti al metal. È singolare la considerazione che dipinti realizzati secoli fa abbiano punti di contatto con la musica moderna, anche di matrice estrema. Reputo encomiabili alcune parti di questo libro, come quelle in cui l’autore ha trattato Hans Ruedi Giger e Peter Nicolai Arbo […] se pensate ancora che l’heavy metal sia un genere di serie B, vi consiglio la lettura di Dipinto sull’Acciaio - del Rapporto tra Heavy Metal e Pittura, un libro sempre in equilibrio tra arte e musica… vi ricrederete!”  (Fabio Rossi – mat2020.com)

 

L'autore, Francesco Gallina, sul palco dei Sodom

 




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