Introduzione I Raff fanno parte della storia del metal nazionale: fondati a Roma dai fratelli Bianco, sono oggi ricordati come qualcosa di abbastanza vicino alla leggenda. |
Gates of Fortune - 1983 (registrato ma mai pubblicato) Raff - 1985 (EP) Metallo Italia - 1985 (LP) (compilation ove i Raff compaiono con il brano "I Trust") Anni di Metallo - 2013 (CD) (compilation allegata al libro omonimo ove i Raff compaiono con il brano "Gates of Fortune") Raff - 2014 (LP) Contatti |
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Intervista (a cura di Gianluca Livi e Giovanni Loria) A&B: Cominciamo in maniera inusuale descrivendo i Raff a chi i Raff non li ha voluti o potuti ascoltare all'epoca, perché interessato ad altro o per motivi anagrafici. Chris: Forse Tony è il più indicato dei tre a rispondere a questa domanda! È difficile descrivere se stessi! A&B: Parliamo della band, lo spirito che la anima da sempre, i componenti fissi e quelli cambiati nel tempo. Poi, la musica: il tipo di heavy suonato, le influenze esercitate da altri gruppi, i cambi di genere. Chris: Beh, io e Master siamo sempre stati membri fissi della band dalle origini! E abbiamo avuto intorno una miriade di chitarristi. A&B: I Raff sono da annoverare certamente tra gli alfieri del metal italiano. Tuttavia, sono anche una genuina espressione di un potenziale inespresso, di un’occasione mancata. Siete d’accordo? Chris: Beh, non parlerei di occasione mancata da parte nostra. Noi, le nostre soddisfazioni ce le siamo sempre prese. Abbiamo fatto da spalla ai Ramones, ai Maiden, alla Gillan Band, agli Uriah Heep! Casomai, è l'industria discografica ad avere perso delle occasioni e non solo con noi. Per rendersene conto, basta vedere in che condizioni è ridotta, ormai da tempo! A&B: Cosa è mancato ai Raff, rispetto ad altri, ai Vanadium, alla Strana Officina e a tutte quelle bands che, se non si può dire che "ce l’hanno fatta", quantomeno non hanno mai mollato? Master: Ci è mancata la costanza di spaccare ancora le balle suonando da headliners di nessuno. Oppure, più semplicemente, siamo non-ambiziosi come individui ma ci piace suonare insieme e credo che questo riguardi anche le bands sopracitate. Come detto, siamo incostanti.
Master: Certamente. Io ho suonato nel primo album dei Belladonna e non mi hanno menzionato. Li osteggerò finché non mi regaleranno almeno 2 copie! Tony ha il posto fisso di chitarrista dal 2012, o prima ancora, non ricordo bene. I nemici li ha lui casomai! A&B: Avete intenzione di fare un altro disco? Master: Non credo ci saranno follow up intenzionali. Se ci sarà un altro disco, sarà puramente casuale. A&B: In tal caso, inciderete nuove versioni di vecchi brani oppure avete materiale nuovo? Master: Noi "siamo" il materiale nuovo, con strumenti vecchi. A&B: Vi sfiora l'idea di ampliare (nuovamente) la band con un secondo chitarrista? Master: come sopra detto, anche recentemente, abbiamo interessato altri musicisti. A me piacerebbe un tastierista oppure una tastierista.
Master: No, leggo poco. Sto rileggendo "Moby Dick" di Herman Melville la sera sul treno per Viterbo, ma non riesco a concentrarmi. A&B: Perché, a vostro avviso, il cliché del metallaro tipo deve essere ispirato alla triade "Sex, Drugs and Rock and Roll"? Perché, invece di un Lemmy o di un Ozzy, non può essere preso a modello un Randy Rhoads o un Geddy Lee, giusto per citare due approcci sani all’heavy metal o all’hard rock? Master: Perché "Sex, Drugs and Rock'n'roll” non è stata scritta da Ronnie James Dio, ma da Ian Dury, a tutt’oggi il mio lyricist frontman singer ideale (RIP).
Tony: Beh, secondo me un’opera monumentale. Ha fatto un’operazione di ricerca non indifferente ed ha fotografato veramente bene un’epoca alla quale io personalmente sono molto legato. A&B: Lo scopo di Andrea è quello di far capire che il metal romano è vivo, attivo, pulsante. Questi intenti sono anche dimostrati da altri progetti, sempre da lui promossi: il libro "Kissed by Kiss", al quale è allegato un cd di cover dei Kiss realizzate soltanto da gruppi romani; una imminente compilation di brani inediti di band hard rock e metal, sempre provenienti dalla Capitale. Voi che siete veterani del metal nostrano - e che, quindi, avete una visione certamente non disillusa, non fosse altro per la vostra duratura permanenza sulle scene (dal 1977) - pensate che i suoi intenti siano semplicemente i sogni utopistici di un ingenuo ottimista, oppure vedete nei suoi progetti qualcosa di concreto? Il metal romano e quello nazionale sono veramente cosi presenti come egli ritiene? Master: "Kissed by Kiss" ho avuto il gran piacere di ascoltarlo in macchina, l'anno scorso, al nostro rientro dal gig di Mantova: mi sono piaciute le versioni di "I Was Made For Loving You" e "Got To Choose" (of course).
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