Intervista a cura di Gianluca Renoffio e Gianluca Livi Introduzione Rigeneratasi nel 2018, la Reale Accademia di Musica non cessa di stupire: dopo "Angeli mutanti", del 2018, la band pubblica la nuova fatica discografica "Lame di luce" per la Sony Music (l'album è stato da noi recensito qui). Abbiamo in passato approfonditamente parlato di questa band con il tastierista Fabio Liberatori, ex Stadio, coinvolto nella reunion (qui l'intervista) e oggi affrontiamo un nuovo discorso con il chitarrista Pericle Sponzilli, unico membro della formazione originale e deus ex machina della nuova incarnazione. Intervista A&B: Quali sono stati gli stimoli e le esigenze che ti hanno portato al nuovo album “Lame di Luce”? Pericle: Dopo “Angeli Mutanti” non pensavo di rimettermi in gioco per un nuovo Album ma, visti i buoni riscontri ottenuti, Danilo Pao, producer con cui stavamo iniziando una stimolante collaborazione, mi ha consigliato di scrivere del nuovo materiale. Fortunatamente la vena creativa non si era prosciugata e nell’arco di un anno avevo in mano una decina di brani. Per “Lame di Luce” ne abbiamo scelti sette e Fabio Liberatori ha contribuito alla scrittura degli altri tre. A&B: Che importanza ha avuto in questo processo l’esperienza di “Angeli Mutanti”? Pericle: Con “Angeli” cercavamo una nuova rotta, con “Lame” l’abbiamo percorsa dilatandone i confini. A&B: Come descriveresti la vostra musica oggi? Non per etichettare, quanto piuttosto per comprendere quale sia l’esigenza di comunicazione che sta alla base della stessa. Pericle: Prendere la chitarra in mano e cominciare a giocarci è parte della mia quotidianità e da questo approccio spesso nascono delle frasi, dei giri armonici che mi prendono e che talvolta si evolvono in composizioni. A questo punto arriva l’urgenza di arrangiarle, suonarle e possibilmente registrarle con i musicisti che amo. La rinascita della Reale Accademia di Musica di questi anni è legata un po’ a questo. A&B: Quale è il vostro attuale processo creativo? Da un lato, il disco “Lame di Luce” sembra un mosaico che si compone e si completa con diversi tasselli, ognuno diverso ma essenziale; dall’altro, i brani sono tutti indicati come tuoi (a parte il contributo in un paio di Fabio Liberatori). Quindi, che parte hanno avuto le esperienze degli altri tuoi compagni di viaggio e quanto è stato difficile comporre sia i testi, sia le musiche del disco per rispecchiare le sensibilità di tutti? Pericle: Grazie per questa domanda! Rimango sempre sorpreso dal fatto che si trovi che nei nostri album convivano più anime e mi piace che voi lo descriviate come “un mosaico che si compone e completa con diversi tasselli”. Infatti, lo spirito che sottende ai vari brani è assolutamente il medesimo. Detto questo, una volta generate delle nuove idee, le vagliamo tutti assieme e, quando queste vengono approvate, ne facciamo delle demo scarne. Se il brano regge e mantiene la tensione, anche solo chitarra e voce per me comincia ad essere valido. A&B: In questa intervista, Fabio Liberatori racconta la sua esperienza con la Reale Accademia di Musica, rievocando un episodio degli anni '70 (“Io ebbi la fortuna di sentire la precedente formazione (i “Fholks”) del loro leader, il grande chitarrista e compositore Pericle Sponzilli, da ragazzino, e mi entusiasmarono molto. Durante la serata in un locale a Roma, sulla Via Trionfale, proprio vicino casa mia, mi invitarono a salire sul palco e a suonare l’Hammond. Per me era la prima volta... mi fecero dei complimenti e fui molto emozionato, come si può immaginare. Mi dissero che prevedevano un mio buon futuro di musicista”.). Pericle: Ho incontrato Fabio per la prima volta nello Studio di Roberto Gatto, quando fu chiamato dalla produzione a sovraintendere alle registrazioni di una opera multimediale intitolata “Il Poliedro di Leonardo”. Passare 40 giorni consecutivi per 12 ore al giorno immersi nel lavoro ha fatto si che si creasse fra di noi un bel legame di stima ed amicizia che poi negli anni ha dato i suoi frutti. La cosa curiosa è che l’episodio di cui si parla, Fabio me lo ha raccontato dopo la costituzione della nuova RAM ma io non ne ho alcun ricordo. D’altronde, all’epoca, si suonava quasi tutti i giorni in un’infinità di club in tutta Italia ed i ricordi sono sbiaditi. Pericle: Direi in modo sostanziale". Mi sorprende sempre con soluzioni che mai avrei immaginato. A&B: Come mai gli ex componenti della Reale non sono stati interessati alla reunion del 2018? Pericle: Federico Troiani non c’è più dal 2000 e gli altri, chi prima e chi dopo, hanno abbandonato la musica. Rimpiango specialmente di non aver potuto coinvolgere Roberto Senzasono alla batteria ma non ne possiede una da almeno 30 anni. A&B: Torniamo a “Lame di Luce”. Nel dettaglio, il disco è multiforme in alcune scelte compositive e di arrangiamento, i brani spaziano da un pop raffinato moderno ad espressioni più progressive (con evidenti e ricercati “tributi”) passando anche per la forma canzone. Quali sono i brani (se ci sono) che maggiormente vi rappresentano? Pericle: Tutti! Almeno per me. Dei due brani su vinile la cui musica è firmata da Liberatori, sono molto fiero sia delle chitarre che ho creato, sia dei testi, quindi li amo entrambi ed entrambi mi rappresentano. A&B: È apprezzabile anche la scelta di uscire con supporti “fisici” in un panorama musicale dove tutto si sta facendo “liquido” (streaming, piattaforme digitali, ecc.). È stata una scelta vostra o del vostro managament/produttore? Pericle: Il suono per me è quasi più importante delle note. Quindi tutta la catena che parte dalla scelta delle chitarre, degli amplificatori, dei sintetizzatori fino ad arrivare alla registrazione ed al missaggio delle tracce registrate, ha per noi un’importanza rilevantissima. In quest’ultima parte, abbiamo usufruito dell’importante presenza in studio di Danilo Pao. A&B: Quale strumentazione utilizzate oggi nei concerti? Pericle: Per quel che mi riguarda, uso le stesse chitarre sia in studio, sia dal vivo e queste essenzialmente sono una Guild Starfire IV del 1967, una Fender Stratocaster del ’63 ed una Martin D28. I miei principali amplificatori ora sono una Testata Hiwatt Custom 50 del 1974 su cassa con coni Goodmans ed un Matchless DC30. Fabio Liberatori, oltre a pianoforte ed Hammond, usa principalmente tastiere che hanno fatto la storia del Prog, come Mellotron, Moog, Oberheim, ecc. A&B: Tornando al passato, chi ti aveva maggiormente colpito ed influenzato, delle band progressive e dei rispettivi album risalenti ai primi anni ’70? Pericle: Le influenze musicali per me sono state molteplici. Rimanendo circoscritti al Prog, direi Moody Blues, Pink Floyd, King Crimson, Yes. Per Fabio Liberatori aggiungerei Genesis, Gente Giant, ELP. A&B: A parte “La cometa”, registrato nel 1974 ma pubblicato nel 2010, la band non ha continuato il suo cammino. Mancanza di ispirazione oppure c’entra qualcosa la tua scelta di andare in India? Pericle: Se la musica procedeva bene non si poteva dire altrettanto dei nostri rapporti interpersonali. L’atmosfera era pesante ed io sono stato il primo a manifestare insofferenza e ad andarmene. Nell’arco dei pochi mesi di sopravvivenza, la Reale cambiò ben 3 chitarristi ed un batterista! Questo vorrà pure dire qualcosa… E poi le frequentazioni di alcuni membri del gruppo portarono al furto di tutti gli strumenti. Insomma… Insomma, un disastro. A&B: Consideri quelli con Adriano Monteduro e Nada veri dischi della Reale Accademia di Musica? Oppure si tratta di collaborazioni analoghe che, ad esempio, gruppi come il Perigeo e i New Trolls ebbero con artisti come Giovanni Ullu (album "Ullu") o Ornella Vanoni (album "Io dentro, Io fuori"). In altre parole, in entrambi i dischi siamo un po' lontani da quel rock progressivo degli esordi e degli ultimi album... In che modo si può tracciare un trait d'union tra i dischi a nome della band e quelli con Monteduro e Nada? Pericle: Dite bene quando parlate di musica lontana dal rock progressivo degli esordi e degli ultimi album! Il motivo è che l’autore dell’album eponimo di esordio e degli ultimi due sono principalmente io, mentre sono del tutto estraneo alle composizioni di tutte le altre cose uscite e accreditate alla RAM. A&B: C’è una curiosità riguardante la copertina del vostro primo disco: da dove è venuta l’idea del “maiale” che suona il violino? Quale significato si cela dietro a questa specifica iconografia? Pericle: Rimanemmo estranei sia alla copertina, sia al nome attribuito alla band. Alla Ricordi c’era tutta quella organizzazione che le case discografiche all’epoca fornivano agli artisti, per cui lo staff promozionale pensò che la musica che avevamo registrato, rock con richiami colti dovuti al pianoforte di Troiani, valesse il nuovo nome e che questo dovesse essere dissacrato dal truce maiale fuggito dalla macelleria. Anzi, gli fecero poi indossare anche il frac! A&B: Rimanendo su tematiche afferenti alla grafica, la copertina del nuovo disco farebbe pensare ad una “piazza d’Italia” metafisica di De Chirico: c’è dietro una volontà di trasformare luoghi reali in località misteriose ed aperte ad ogni possibilità o, più semplicemente, vi piaceva l’idea della luce che si fa strada tra le zone d’ombra indicando la via? Pericle: Il riferimento a De Chirico coglie nel segno. Evoca un silenzio dove coesistono tremila mondi. A&B: Quali sono ora i progetti per il futuro? Ci sarà un tour e la voglia di confrontarsi con le nuove generazioni? Pericle: Voglia di tour e confronto ce ne sono senz’altro. Ci stiamo organizzando. A&B: Gruppi del progressive italiano, anche minori, riscuotono tuttora grande successo in Giappone e in Sud America, trattati come vere leggende viventi. La Reale ha in animo di esibirsi in quelle terre? Avete avuto proposte? Pericle: Non fino ad ora. Anzi, approfitto di questo spazio per dire che siamo disponibilissimi per viaggi intercontinentali. A&B: Ultime parole per i lettori di A&B… Pericle: Dopo domande così precise e pertinenti, non vedo cosa potrei aggiungere a parte ringraziarvi per l’attenzione che avete voluto dedicarci. |
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