Sani! un saluto tipico della zona della Valle del Piave. E' un augurio, una benedizione per tutti noi in un momento di emergenza sanitaria e non solo.
Il titolo quindi è già tutto un programma. Uno spettacolo che ha le caratteristiche del concerto, della ballata popolare e che alterna dialoghi, storie e canzoni. Sani! è una rappresentazione autobiografica nella quale Paolini racconta storie personali che hanno cambiato il corso della sua vita. Si inizia con temi di fondo, ma di grande interesse in questo momento storico: la crisi climatica e la transizione ecologica e si affrontano con due storie già raccontate ne "La fabbrica del mondo", un progetto trasmesso da Rai3 a gennaio 2022. Paolini rivive poi l'epico-comico incontro con Carmelo Bene nel 1983 e a seguire la crisi della guerra fredda. Le memorie scorrono passando per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli, fino ad arrivare al lockdown del 2020, avviandosi poi al racconto finale, analogo a quello iniziale, dove allo spettatore viene lanciato un impegnativo messaggio: non basta avere consapevolezza, quando si presenta una crisi occorre avere anche coraggio e immaginazione per affrontarla. Lo spettacolo, fondato su un canovaccio autobiografico, nel tempo si è arricchito con le canzoni e le musiche composte da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi (quest'ultimo sul palco insieme a Paolini), trasformandosi in uno show a tutto tondo dove non manca nulla e dove la musica si intreccia perfettamente con la narrazione, senza pause, in un continuum estremamente armonioso e coinvolgente. Significativa la scenografia: un enorme castello di carte da gioco a rappresentare la fragilità dell'equilibrio di ogni sistema, molto ingombrante, ma non fastidiosa per i movimenti dei due protagonisti presenti sulla scena. Paolini esprime tutta la sua bravura in questa rappresentazione, da lui concepita nel 2021, fermata per il covid ed ora riproposta al pubblico. Bellissimo il personalissimo stile narrativo. Le storie raccontate affascinano per i contenuti e per l'eloquio di Paolini, con una leggera inflessione veneta, sua caratteristica stilistica. Parole semplici, con pochissima mimica, ma che l'attore riesce a mandare a segno alternando momenti di cupa tristezza ad attimi esilaranti, il tutto condito con battute sempre azzeccate. Da apprezzare anche la performance di Lorenzo Monguzzi che con la sua chitarra accompagna ogni momento del monologo di Paolini, a volte solo in sottofondo, altre rimarcando con i suoni le emozioni suscitate dalle storie narrate. Spettacolo coinvolgente, sicuramente più adatto ad un pubblico adulto che ha vissuto gli eventi storici e sociali riproposti. Forse un po' lungo (due ore senza pausa), ma certamente non noioso. Molto bello l'augurio lanciato al termine della pièce: quello di una ripartenza senza rimpianti e con fiducia nel futuro. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 5 aprile 2022. |
5/10 aprile
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