Inseguendo la sua ricerca negli anfratti della follia, Daniele Bernardi ricostruisce nello spettacolo “Io sono Nijinsky” la controversa e dolorosa vita di colui che venne definito «Dio della danza», rielaborando, in maniera del tutto personale, quanto riportato nei diari del grande ballerino.
Tutto sul palco è rigorosamente black and white: bianchi gli abiti del protagonista, le marionette con cui interagisce, la slitta, la croce, la piccola baita; nero il palco e le pareti completamente disadorne. Daniele Bernardi, anche lui dipinto di bianco sul viso e con una strana pronuncia che caratterizza tutto l’eloquio della rappresentazione (Nijinsky stesso aveva difficoltà a parlare) propone un racconto della vita del grande danzatore russo cercando di estrarne l’essenza basandosi sui suoi diari e sulla biografia scritta dalla moglie. Il risultato è uno spettacolo particolarissimo. Bernardi riesce ad esprimere in modo suggestivo i sentimenti ed il dolore del ballerino: il suo amore per la danza (che è anche tanto sacrificio), l’avversione per il denaro che personifica con l’odiato impresario Djagilev, la vita trascorsa in Svizzera, lontano dalla guerra che imperversava nella Russia e le sue comunicazioni dirette con un Dio che gli infonde sapienza, ma anche comportamenti folli. La rappresentazione è intimistica. Bernardi rimanda allo spettatore la figura di un uomo immerso nella sua solitudine e nel suo mondo fantastico, rendendo perfettamente l’idea dello scorrere dei suoi pensieri, talmente veloci che è difficile anche riuscire a riportarli in un diario compulsivamente vergato per non perdere nulla dell’impetuoso flusso mentale. L’interpretazione del mitico ballerino è struggente, nulla è lasciato al caso, la fisicità e la mimica facciale di Bernardi, oltre al linguaggio originalissimo, donano al personaggio di Nijinsky un’aura immortale, avvalorata da una messa in scena eterea: un foglio bianco sul quale disegnare l’esistenza del ballerino. Assolutamente d’impatto la trovata delle marionette che rappresentano gli altri personaggi della vicenda e che forniscono supporto al racconto della storia oltre a rappresentare, metaforicamente, la manipolazione delle coscienze. Un’opera particolare che gli estimatori di un teatro capace di rompere gli schemi possono certamente apprezzare.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione dell'11 maggio 2024. |
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Associazione Culturale Teatro Trastevere presenta
IO SONO NIJINSKY
Uno spettacolo liberamente tratto dai diari della stella dei Balletti Russi di e con Daniele Bernardi a partire dall’opera di Vaslav Nijinsky scenografia, oggetti di scena e tessuto sonoro Ledwina Costantini costumi Luisa Beeli voce fuori campo Raissa Avilés disegno luci Fabio Bezze assistente Elisa Pagliaro fotografie di scena Alessandro Ligato ripresa e montaggio video Bianca Luce Koehler grafica Silvia Genta con la collaborazione artistica di Opera retablO
Dopo le repliche milanesi presso il Teatro della Contraddizione, approda al Teatro Trastevere di Roma Daniele Bernardi e i diari di Vaslav Nijinsky, sabato 11 e domenica 12 maggio 2024, rispettivamente alle ore 21.00 e 17.30: l’attore, autore e regista Daniele Bernardi porta in scena la dolorosa vicenda di Vaslav Nijinsky (Kiev, 1889 – Londra, 1950), la leggendaria stella della compagnia dei Balletti Russi. Ad accompagnare il suo assolo, le scenografie e i tessuti sonori di Ledwina Costantini, i costumi di Luisa Beeli e la voce fuori campo dell’attrice-cantante Raissa Avilés. Saint-Moritz, inverno del 1918-1919. Da un anno e mezzo trasferitosi in Svizzera in attesa che la guerra finisca, il ballerino Vaslav Nijinsky comincia a dare segni di squilibrio. Anche se non sono chiare le cause del male, più eventi sembrano concorrere al suo manifestarsi e uno pare assumere un ruolo particolarmente simbolico: la notizia della morte del fratello, malato di nervi fin dall’infanzia. Così, mentre il paesaggio elvetico si imbianca, Nijinsky prende a comportarsi in modo incomprensibile gettando una piccola comunità nel caos. E nel farlo redige febbrilmente un celebre diario, che sarà pubblicato solo in un secondo momento. Elaborando una personale drammaturgia a partire da questo scritto, Daniele Bernardi dedica oggi uno spettacolo alla dolorosa figura del «Dio della danza». E lo fa alternando alle pagine del diario la presenza della moglie Romola, testimone dell’irrompere della pazzia nella vita del marito. Calato in un’atmosfera sospesa, fra diafani abeti e pacchi regalo, attraverso questo racconto lo spettatore è invitato a partecipare ai gelidi giorni di festa che precedettero l’ultima esibizione del grande danzatore.
(Fonte: comunicato stampa)
Teatro Trastevere Il Posto delle Idee Via Jacopa de Settesoli 3 Roma Contatti: 3283546847
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