Dopo un debutto nazionale lo scorso anno a Roma al teatro Brancaccio e l'inizio della tournèe di quest'anno sempre presso il medesimo teatro, è arrivata a Milano la versione italiana di "Everybody’s Talking About Jamie", con musiche e orchestrazioni di Dan Gillespie Sells, libretto di Tom Macrae, da un’idea originale di Jonathan Butterell, con Giancarlo Commare nella parte del protagonista principale.
In un musical la fantasia può farla da padrona assoluta e senza remore, più che in un testo teatrale. In fondo si va a vedere Cats ben sapendo che i gatti in realtà né cantano né ballano… Il musical è una delle forme di spettacolo camp per eccellenza, espressione di non facile traduzione, per quanto nobilitata da Susan Sontag nel suo saggio Notes on “Camp” del 1964. Il fatto che l’autrice usi il virgolettato nel titolo già indica quanto il termine sia “fuori dalle righe” in sé, e quindi proprio indichi un qualcosa di estremo in senso estetico, di gusto discutibile ma non kitsch, di baraccone o circense. In Italia, infatti, fu Moira Orfei la regina assoluta del camp, basti pensare alle sue acconciature che sfidavano la forza di gravità e contribuivano a distruggere il buco dell’ozono a spruzzi di lacca per capelli. Poiché una buona parte del mondo gay maschile da sempre affronta le difficoltà della vita creandosi realtà parallele in cui è tutto come minimo “favoloso”, si può dire che il camp sappiamo cos’è, non possiamo spiegarlo, e che è nella galassia delle drag queen che sfavilla più scintillante che mai. Così arriviamo a "Tutti parlano di Jamie Il Musical", basato sulla storia vera di un adolescente della provincia inglese, documentata dal canale televisivo BBC 3 nel 2011, che a 16 anni vuole diventare un performer en travesti, e ha una madre che lo sostiene incondizionatamente e protegge e aiuta in questo non facile percorso. Come si diventa però una drag queen, come si raggiungono la fama e il successo, è possibile presentarsi vestito da donna al ballo che chiude l’ultimo anno del liceo? Cosa comporta e qual è il prezzo da pagare per essere noi stessi? Nel musical tra i personaggi secondari si inserisce anche il padre che disconosce e disprezza questo figlio maschio così sfacciatamente effeminato, mentre la BFF (best friend forever) di Jamie è Pritti, ragazza musulmana praticante che vuole diventare medico, sfidando i preconcetti sul ruolo della donna nella sua sottocultura di appartenenza. Pur diffondendo messaggi sociali molto importanti sulla diversità e l’inclusione, la trasposizione in scena è piacevolmente irreale, perché bullismo omotransfobico e razzismo nelle scuole purtroppo non si combattono o risolvono ancora a suon di canzoni. Dal teatro però si esce caricati e pronti a prendere in mano le proprie vite e a combattere per diventare ciò che si vuole. Come dice Ru Paul, la massima sacerdotessa del culto drag queen del pianeta, travestirsi da donna non nasconde te stesso bensì rivela te stesso. Come canta Gloria Gaynor in "I Am What I Am": “Io sono quello che sono e ciò che sono non ha bisogno di giustificazioni”. Come ha espresso Daniel Scheinert, co-regista vincitore del premio Oscar per "Everything Everywhere All At Once", quando ha ritirato la statuetta dorata (molto camp): “Grazie ai miei genitori che mi hanno lasciato vestire da drag queen quando ero piccolo. Cosa che non è una minaccia per assolutamente nessuno”. Come dare loro del torto? A Milano il pubblico ha tributato all’intero cast numerosi applausi a scena aperta. La produzione italiana è l’unica autorizzata dall’originale anglosassone a fare una versione completamente nuova dello spettacolo, dalle scene ai costumi, dalle coreografie alla regia. Le canzoni tradotte comunque perdono un po’ in incisività rispetto all’originale. Tra momenti di gioia e situazioni più drammatiche, Jamie ci conduce a fare una passeggiata sul suo personalissimo arcobaleno. Torneremo a casa più felici e in attesa che il mondo diventi dappertutto un posto autenticamente libero. Non importando, inoltre, se non si hanno sufficiente equilibrio e caviglie forti per camminare orgogliosi in favolose scarpe con i tacchi.
La recensione è riferita alla rappresentazione del 15/03/2023 |
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TUTTI PARLANO DI JAMIE
Musical con Giancarlo Commare nel ruolo di Jamie
Adattamento e Regia di Piero Di Blasio BARBARA COLA - Margaret New FRANCO MANNELLA - Hugo/ Loco Chanelle LUDOVICA DI DONATO - Ray LISA ANGELILLO - Miss Hedge BENEDETTA BOSCHI - Pritti Pasha GIOVANNI ABBRACCIAVENTO - Dean Paxton UMBERTO NOTO - Drag/Padre di Jamie DAMIANO SPITALERI - Drag SEBASTIAN GIMELLI MOROSINI - Drag
SCENE Alessandro Chiti COSTUMI Francesca Grossi DIREZIONE MUSICALE Dino Scuderi SUPERVISIONE ARTISTICA E COREOGRAFIE Laccio
Produzione VIOLA PRODUZIONI - OTI OFFICINE DEL TEATRO ITALIANO in accordo con RGM PRODUCTIONS2
Teatro Nazionale Che Banca! via Giordano Rota, 1 - 20149 Milano teatronazionale.it Tel: 0200640888
TOURNÈE 2023: TEATRO NAZIONALE MILANO 15 – 26 MARZO 2023 TEATRO ROSSETTI TRIESTE 21 – 23 APRILE 2023 TEATRO COLOSSEO TORINO 26 – 27 APRILE 2023 TEATRO VERDI FIRENZE 5 – 7 MAGGIO 2023 TEATRO VALLI REGGIO EMILIA 12 – 14 MAGGIO 2023
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