Scritto da Gianluca Livi Giovedì 31 Dicembre 2015 12:12 Letto : 3937 volte
Va detto, inoltre, che il trio palesa l'ardire di richiamare soluzioni rock tipiche della scena indipendente nazionale, accennate quel tanto che basta per aprire scenari un tantino più abbordabili e catturare, così facendo - saggiamente o furbescamente (è un complimento anche il secondo avverbio) - le attenzioni di una platea non sempre protesa all'assimilazione di un muro di suono esasperatamente granitico. Formula convincente, non c'è dubbio: brani ben costruiti, mai omologati né stantii, sempre avvincenti e credibili. Il nome della band, infine, cessa due volte di apparire ridicolo: una prima, all'ascolto dell'album intero, che lascia di stucco, come sopra ampiamente rappresentato, anche grazie ad una perizia tecnica dei tre musicisti mai discutibile; una seconda, allorquando si apprende che - piuttosto che generato nel corso di una serata brava a base di alcol e risate grasse - è semplicemente mutuato dal cognome del chitarrista, vero deus ex machina del progetto.
|