Scritto da Charlie Vigorous Lunedì 17 Settembre 2012 20:03 Letto : 2698 volte
Il cd, composto da 9 tracce, è fatto di suoni sfuggevoli e melodie accennate. Li accomuna il fatto di avere un’introduzione crescente molto lieve, un picco centrale fortissimo e poi sfumare nella chiusura. “Sistematico”, il primo brano, è caratterizzato da loop riverberati e ritmiche di sottofondo molto leggere. “Gente in piazza” è un guazzabuglio di suoni messi perfettamente a tempo. “Passeggio Tra Luci Psichedeliche” mi fa temere che siano tutte melodie campionate e messe su una griglia di ProTools. “Aria Nuotatrice” ha una parte centrale fantastica, ma decade in un istante in suoni da videogioco. “Spine Inermi” ha degli strani violini iniziali e syntetizzatori al limite del sincopato che creano il ritornello. “Incredibili Visioni” contiene il fax-simile della melodia di un carillon, “Noia e Affanno” sembra la colonna sonora di un film di vichinghi, violini malinconici iniziali, ritmiche tribali centrali (potrebbero essere dei Taiko giapponesi) e di nuovo un synth potente in chiusura. “Corolle di Grida” sono suoni che si susseguono senza tempo. “Ho Frenato La Cascata” ha una bella ritmica e qualche melodia interessante, ma non contiene ne metrica ne rigore. Allora, mi sento di fare due differenti critiche conclusive, una positiva e l’altra negativa. Di positivo direi che l’idea è buona, un album simpatico da ascoltare, crea un clima rilassato, non ha suoni fastidiosi o frequenze altissime, quasi infrasuoni, che a volte si trovano in questo genere musicale, quindi un punto a favore per l’eliminazione di rumori estrusi … ma in negativo devo dire che mi è parso un lavoro abbastanza acerbo. L’impressione generale che mi ha comunicato l’album è che aprendo ProTools ci abbia trovato dentro una galleria di suoni e loop vari, li abbia incollati in sequenza sulla griglia per poi fare un leggero mixaggio ed un veloce master (ritengo si possa riferire a questo il nome “traffico di pulsazioni”, perché intuisco il traffico e denoto le pulsazioni, senza far intendere il frastuono). Un album del genere nato a metà anni ’90 in Inghilterra, sarebbe stato messo in vetrina assieme ad Aphex Twin o Squarepusher, ma ora come ora, su larga scala, risulta surclassato. A me dispiace fare un commento negativo, mi sento in imbarazzo, tuttavia ascoltandolo percepisco la sensazione di una cosa poco studiata. Questa è solo una sensazione, in realtà non conosco il lavoro che c’è stato, perché fisicamente non ero li, e quindi non posso giudicare la fatica che ha richiesto la realizzazione del disco… porto sempre grande rispetto per i giovani che hanno il coraggio di proporre e credere nei loro progetti, da questo punto di vista stimo molto il nostro Davide, che ha molta voglia di fare e che ha il coraggio di presentare qualcosa che va controcorrente rispetto alla moda del momento … In sostanza l’intento è buono, ma ha bisogno di crescere e maturare; se prendiamo questo lavoro come il punto di partenza per qualcosa che si evolverà in un ambient più definito e metodico, allora diventerà un progetto valido e degno di nota. Comunque tutto si concentra nel titolo dell’album… un nome, un perché. 59/100
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Davide Matrisciano: Tutti gli strumenti Anno: 2012 |