Mariano Bellopede
Le città incantate

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Pianista partenopeo, Mariano Bellopiede non è di certo un esordiente: già forte di pregresse pubblicazioni a suo nome ("Di Altri Sguardi - Racconti Dal Mediterraneo", del 2015, e "Viaggio In Duo", di tre anni prima, realizzato in coppia con Carmine Marigliano) e di una manciata di collaborazioni (ha suonato negli album "La Luce Del Mattino" e "L'ultima Causa" rispettivamente di Simone Spirito e Nicola Dragotto), pubblica oggi un'opera ambiziosza che si concretizza quale unica suite spalmata su 8 movimenti.

Amante della connessione tra jazz e musica classica (che identifica la c.d. Third Stream, espressione con cui il compositore Gunther Schuller descrisse la connssione tra i due generi musicali), il napoletano pubblica un lavoro inzialmente concepito quale tesi di laurea in composizione jazz per il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, poi divenuto album autonomo. 
Musicalmente, l'album si inserisce in un contesto squisitamente jazz, non necessaraimente di stampo orcherstrale, come l'organico numeroso potrebbe far supporre, più proteso verso soluzioni tradizionali d'altri tempi, come dimostra, tra gli altri, "Blues Promenade verso il tramonto". Occasionalmente, sono presenti guizzi sperimentali mentre in alcuni passaggi è evidente l'ascendente esercitato dal Keith Jarreth più intimista (e qui si ritorna alle commistioni con la musica classica di cui si è detto poco sopra): il suo "Köln Concert" ha lasciato chiare tracce nello stile dell'artista, che non di rado si spinge in territorio intimista e solingo, cosa piuttosto evidente in "Epilogo al tramonto", brano sublimato dalla presenza degli archi. 
Concettualmente, la fatica discografica si concretizza quale omaggio sincero ai tanti paesi nascosti o disabitati disseminati nel nostro paese: «È un’idea che ho iniziato a elaborare otto anni fa», ha dichiarato l'autore, «quando lessi "Le belle addormentate" di Antonio Mocciola, un libro interamente dedicato ai borghi abbandonati della nostra penisola. Le città incantate sono tutti quei borghi di cui l’Italia è piena. Piccole perle di storia e architettura, sparse qua e là in tutte le regioni della penisola. Nascosti tra colline, arroccati su montagne, tra fiumi, laghi, talvolta affacciati sul mare. Esposti a tramonti mozzafiato, svegliati da silenziose albe. Immutati da secoli, emblemi fedeli del Medioevo o del Rinascimento. Molti di questi borghi oggi sono quasi disabitati, alcuni addirittura abbandonati. Ma sono lì che aspettano e continuano a raccontare fedelmente la loro (la nostra) sconfinata storia. Negli ultimi anni ne ho visitati tanti, a volte per caso, talvolta spinto dalla ricerca di luoghi silenziosi e di riflessione. E sono stati quei silenzi, quei colori, quelle vedute che mi hanno portato a scrivere una concept-suite evocativa, dai mille colori e spunti emotivi. Una sorta di onirica soundtrack: lo spettatore si sentirà immerso tra i vicoli di questi borghi».


Mariano Bellopede: pianoforte, composizioni, arrangiamenti e direzione musicale
Carmine Marigliano: flauto traverso
Davide Costagliola: contrabbasso
Roberto De Rosa: basso elettrico
Marco Fazzari: batteria e glockenspiel
Marco Sannini: tromba e flicorno
Vincenzo Vuolo: trombone
Alex Cerdà: basso tuba
Alessio Castaldi: sax alto e tenore
Giulio Martino: sax tenore in 6 e 7
Nicola Rando: sax baritono
Giuseppe Di Maio: clarinetto e clarinetto basso
Anna Rita Di Pace: violini
Arcangelo Michele Caso: viola e violoncello

Pubblicazione: 2024
Label: NoWords, Soundfly, Self.
Genere: jazz, fusion, Prog

1) Ouverture e passeggiata
2) Memorie (ricordi dal passato)
3) La festa (tra sacro e profano)
4) Teresa (la giovane ragazza del paese)
5) Ricordo del vecchio circo
6) Blues promenade verso il tramonto
7) Il treno non passa più di qua (la vecchia stazione)
8) Epilogo al tramonto


Foto di Elisabetta Fernanda Cartiere

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