Servizio fotografico a cura di Salvatore Siragusa
- A&B -
Quale periodo della tua carriera musicale ritieni piu’ soddisfacente dal punto di vista artistico, dove hai meno rimorsi e pensi di avere realizzato quello che ti proponevi ?
- Pino Scotto -
Probabilmente è questo il periodo piu’ bello della mia vita in senso artistico, perché non sono mai stato così libero, non sono mai stato così senza rotture di coglioni, senza avere qualcuno della band che scassi i maroni; questo è un periodo che sto facendo totalmente quello che voglio e forse è appunto questo il periodo piu’ bello.
- A&B -
Appunto, guardando indietro, fino ad oggi, dall’alto della tua esperienza riesci veramente a identificare una specie di attitudine specifica dell’heavy metal rispetto ad altri generi rock? Cos’è che a livello di attitudine lo differenzia dai diversi modi di fare musica ?
- Pino Scotto -
Io sono un pò come Lemmy e quando tu parli con lui ti risponde che fa solo Rock & Roll, ecco, io sono come lui, mi sono fermato al Rock & Roll. Sono stati i giornalisti che hanno cominciato a dare queste etichette che secondo me è la cosa peggiore. A me fanno paura i ragazzi che dicono che ascoltano solo Blues, o solo Death Metal, o solo Hard Rock, questa gente non sa cosa si perde, perché la musica è immensa; io ascolto di tutto, dalla musica Classica, al Blues, al Country, naturalmente quella buona, perché poi c’è musica buona e musica di merda.
- A&B -
Tu sei un portabandiera di un genere, come l’Hard Rock/Heavy Metal, che generalmente è considerato chiuso mentalmente ...
- Pino Scotto -
Come dicono Pelu’ e Ruggeri di me, che sono un coglione perché potevo farmi un sacco di soldi ma io ho risposto che i coglioni sono loro, perché io i soldi non me li sono fatti ma loro sono delle merde. [ride]
- A&B -
In realtà tu hai dimostrato una certa apertura mentale perché hai collaborato con gente che lavora per il mondo Rock Alternativo, del Pop, anche dell’Hip Pop. Questo tipo di esperienza cosa ti ha portato ? Ti ha influenzato anche nel processo di scrittura delle canzoni ?
- Pino Scotto -
No, guarda, io quando ho scritto i brani li ho scritti e ho pensato che per questi potevano andare bene J Ax, Ruggeri; io scrivo quello che sento, non ho pregiudizi, non calcolo mai che devo scrivere un pezzo per questo motivo o per quello. A me la cosa che viene meglio è quando elaboro un testo, io incomincio a pensarlo e poi mi immagino che tipo di musica avrebbe bisogno ... se ci riesco, perché ogni tanto non ci riesco e allora butto tutto via.
- A&B -
Qual è la caratteristica essenziale con cui descriveresti un live di Pino Scotto ?
- Pino Scotto -
Sincero, perché non ce n'è mai uno uguale all’altro. Io anche quando canto mi piace ogni tanto giocare con i toni, con le scale, non è che cambio melodia di un pezzo ma mi piace anche giocare quando sono sul palco e gli altri poi mi dicono che sono un vero pazzo.
- A&B -
Spesso ti seguiamo nel tuo programma televisivo Database e molte volte il pubblico da casa ti chiede che cosa ne pensi dei gruppi Americani. Tu hai molte volte affermato che il tipo di produzione che attuano in America è sicuramente piu "cazzuta" rispetto a quella che le case discografiche attuano qui in Italia. Allora secondo te quale pensi sia la rivoluzione musicale adatta per cercare di far emergere l’Italia rispetto all’Europa e per colmare anche il divario musicali che vi è tra Nord e Sud Italia?
- Pino Scotto -
Io avrei voluto avere i soldi di Vasco e di Ligabue per fare un’etichetta, non per essere come loro, solo per i soldi, perché se hai soldi ti puoi permettere di prendere un gruppo e farlo produrre da un Produttore come Bob Rock, e la produzione fatta da uno così non è solo una produzione, perché questa è gente che lavora anche sugli arrangiamenti e riesce a valorizzare al massimo sia i suoni sia gli arrangiamenti e c’è bisogno di lavorare in questo modo qua sennò non riesci a portare neanche il 50% del potenziale di un prodotto a casa quando hai finito. Perciò il problema rimane sempre quello, i soldi.
- A&B -
Rispetto al programma che conduci preferiresti avere altri spazi, magari anche radiofonici, con l’aperta possibilità di dire quello che pensi ?
- Pino Scotto -
Sicuramente! Ad esempio c’è un giornale di Reggio Calabria che si chiama “In Scena” che mi ha chiesto una collaborazione ed io ho cominciato questo mese a lavorare con loro. Sono pure in contatto con Ringo per Virgin Radio per darmi un programma, ma ho chiesto di avere uno spazio come vorrei io e Virgin non può perché si sta muovendo pian piano. Se devo fare un programma voglio mettere quello che voglio mettere io, un programma di musica e la possibilità di poter parlare a modo mio, allora penso sia una cosa che non si farà, ma se mi danno degli spazi veri io li prendo; ovviamente a piu’ gente si riesce ad arrivare meglio è.
- A&B -
Riguardo al tuo “personaggio” televisivo è difficile riuscire a coniugare entrambi gli aspetti di musicista e figura televisiva ?
- Pino Scotto -
E’ la stessa cosa, non cambia niente. I ragazzi mi vedono in televisione dove fanno 80 repliche al giorno, io vado li solo il Martedì e purtroppo mi devo alzare all’1, mi sono alzato alle 6 del mattino per 35 anni a scaricare camion se permetti adesso che sono in pensione mi alzo quando cazzo mi pare. Io vado li faccio un programma dalle 2 alle 3 e poi me ne vado, io con RockTV non c’entro un cazzo. E quando sono li è come quando sono qui con voi, come quando vado in giro a suonare, perciò è la stessa cosa.
- A&B -
La gente tende normalmente a separe le due cose.
- Pino Scotto -
Si è vero. Ci sono un sacco di ragazzini che vengono ai miei concerti e non sanno manco chi cazzo sono, vengono perché mi hanno visto su Database o hanno visto quei due tre video miei, poi vengono ai concerti e poi vanno a cercare addirittura i dischi dei Vanadium, perciò questo spazio è stato buono a livello promozionale per quei livelli li.
- A&B -
Che consigli daresti alle band emergenti ?
- Pino Scotto -
Di andarsene via dall’Italia. Oramai qualsiasi paese va bene, a meno che non te ne vai in Marocco. Un paese della Madonna lo sapete qual è? L’Australia. Li suonano dappertutto, di giorno, di pomeriggio e addirittura di mattina, e poi li, il musicista è un mestiere, in questo paese non esiste questo mesterei. Se ti chiedono “che lavoro fai?” ti rispondono che fanno i musicisti, qui ti dicono che non è un lavoro, perchè qui non esiste. Gli altri paesi danno sovvenzioni, specialmente i paesi nordici ti danno i soldi per fare i tour.
- A&B -
Già a partire dall’Austria e dalla Germania la situazione è notevolmente diversa.
- Pino Scotto -
Sicuramente, li le band sono molto spronate. Se invece volete stare qui in Italia suonate quello che vi piace e trovatevi un lavoro con cui vivere, sennò morite di fame.
- A&B -
Per chi è Siciliano il problema è piu’ grosso, perché la possibilità di partire da un isola ed andare a suonare al nord, geograficamente ed economicamente parlando, risulta un problema notevolmente grande.
- Pino Scotto -
Si, sicuramente. Perché ci sono 50.000 band. Io sono andato in giro, non solo per questo tour, ma anche prima, ho sentito dei ragazzi con una qualità tecnica impressionante e poi ci credono, ragazzini che buttano il sangue. Bisognerebbe dargli una possibilità ma ci vogliono i soldi.
- A&B -
Le nostre domande sono finite Pino, Grazie mille per l’intervista. Vuoi lasciare un tuo messaggio a chi leggerà questa intervista.
- Pino Scotto -
Grazie mille a voi. Il messaggio è sempre quello. Supportate i gruppi italiani, se dovete masterizzare dei cd masterizzate questi gruppi del cazzo miliardari, sennò non cambierà mai niente in questo paese, perché è così che la gente si rende conto, quando vede che tu stai vedendo i dischi, ti vedono in televisione, vedono i tuoi video, allora ti conoscono, che poi c’è tanta gente che dice “quello è in televisione” e allora sei famoso e bravo e così ragionano purtroppo.