Sanremo 2017: il pagellone



Introduzione

Puntuale come le tasse il grande carrozzone mediatico-musicale del Festival di Sanremo sospende per una settimana gli eventi di mezza Italia. Volenti o no, appassionati o recalcitranti, impossibile non farsi travolgere fosse pure dai tweet cattivo, il post iconoclasta, il parere non richiesto. Sono giorni che sui social danno i numeri… Ecco i nostri.

Il pagellone

Al Bano - "Di rose e di spine": Il colosso di Cellino ha il cuor sfibrato e l’ugola meno potente, ma la sua romanza semipucciniana, crepuscolare e malinconica, sembrava fatta apposta per insinuarsi lenta e fare del quindicesimo festival del cantante un evento da ricordare. Era tra quelli da non sottovalutare: persino con quel raschietto in gola, è pur sempre un leone che può dare zampate inaspettate. Vittima della rottamazione. Voto: 7-

Elodie - "Tutta colpa mia": Pericolosa quanto la tinta dei suoi capelli, è tra i papabili al trono perché ha un pezzo assassino che si appiccica alle orecchie. In meno di un anno è cresciuta tanto, meno piagnucolosa e più decisa, oltre ad essere indubbiamente tra le più intonate in gara. Guardarla dubbiosi perché ha fatto Amici ormai è uno snobismo demodé, molti di voi la amano già anche se stentano ad ammetterlo. Voto: 7.5


Paola Turci (foto Lapresse)

Paola Turci - "Fatti bella per te": A 52 anni è la più sexy del Festival, sembra una fenice risorta dalle proprie cicatrici e la sua esortazione (pur semplice semplice) ad accettarsi con le proprie imperfezioni tocca il cuore e l’udito, grazie ad un riff grintoso e moderno. Un gran bel riscatto, 7.

Samuel - "Vedrai": La versione solista del frontman dei Subsonica è gradevole ma senza picchi: a tratti sembra riproponga il singolo uscito mesi fa, a volte sembra il pezzo con cui Bernabei ci tormentava l’anno scorso, però cantato bene. Un ritornello gradevole che ripetuto in loop francamente stucca. Per stima, trascorsi e tenuta scenica, un 6.5 tirato tirato.

Fiorella Mannoia - "Che sia benedetta": La Papessa del Festival fa scongiuri da quasi due mesi, da quando cioè tutti han deciso che tanto ha già vinto lei. Ma nonostante il pezzo perfetto, l’interpretazione sublime, il messaggio ecumenico, spesso chi entra Papa esce cardinale. A mio parere c’è qualche giovane outsider che può spodestarla, ma lei sarebbe divina comunque, con trofeo o senza. Un 8 tondo e rosso fuoco.


Fiorella Mannoia (foto Lapresse)

Ron - "L’ottava meraviglia": E’ stato inspiegabilmente eliminato; il che è sorprendente non solo perché è una colonna della musica italiana, ma perché questo pezzo in particolare era ispirato come ultimamente non gli capitava. Raffinato, dolce, mediterraneo, ma la Atzei gli ha rubato il posto che gli spettava. Voto: 7

Nesli e Alice Paba - "Do retta a te": La prima delle due coppie già fuori dalla competizione, perché eliminata nella serata di giovedì. Un esperimento decisamente ibrido e geneticamente un po’ mortificato, con lui che non è più un rapper ma neanche un rocker, e lei che a The Voice mostrava una certa grinta ma in questa occasione ha evidenziato la sua naturale e tenera inadeguatezza. A chiunque si riferisse il titolo del pezzo, hanno sbagliato a farlo. Voto: 5-

Michele Bravi - "Il diario degli errori": Una soddisfazione vedere quanto sia cresciuto, a livello interpretativo, questo ragazzo. Che è passato dalla vittoria ad X Factor, a dischi in inglese, fino alla ricostruzione di se stesso tramite il Web e le opportunità che (sapendolo usare) esso può riservare. Anche se sembrerà per sempre il fratello minore di Noemi, ha una delle canzoni più intense ed apprezzate, cantata con commovente consapevolezza. Teniamolo d’occhio, con un bel 7+

Fabrizio Moro - "Portami via": L’incipit tra “Cinque Giorni” e “Per tutte le volte che” fortunatamente cede subito il passo ad una classica e ruvida ballata alla Moro; sdrucito e graffiato, il suo canto vascorosseggia spudorato e stranamente diventa uno dei momenti meno algidi di questo Festival. Lo si apprezza o si storce il naso, ma è già tra i più venduti ed ascoltati. Voto: 7

Giusy Ferreri - "Fa talmente male": Quale sia il mistero che da sempre renda poco empatica una cantante comunque originale e dal repertorio mai banale, non lo scopriremo neanche se le sostituissero le corde vocali (evento auspicato da molti). Ha un pezzone radiofonico eppure è sempre in bilico, e lei non fa certo nulla per facilitare la comprensione con l’audience azzimata dell’Ariston e dintorni. A me piace anche quando gracchia, ma comprendo perché in tanti provino fastidio e stavolta l’abbiano mandata a casa. Voto: 6

Gigi D’Alessio - "La prima stella": A 50 anni quasi suonati D’Alessio è sdoganato e rassicurante e persino sbeffeggiarne la popolanità un po’ naïve è diventato un esercizio di stile da bulli virtuali. Con quel fraseggio un po’ così, quel dizionario non eccelso, quelle storie strappacuore, in qualche modo si conferma un onesto fabbricante d’emozioni. Il canto alla mamma ormai scomparsa non poteva lasciare indifferenti, ma è stato eliminato; e se fate finta di niente al posto del cuore avete un iceberg, ma con la faccia della Tatangelo. Voto: 6+

Ermal Meta - "Vietato morire": Già vincitore della serata cover con una bellissima e sorprendente versione di "Amara Terra Mia", Meta è un altro tra i pericolosi outsiders della kermesse. Affermato autore da anni, cantautore interessante ed impegnato, quest’anno ruffianeggia con un pezzo sulle violenze domestiche ma lo fa con maestrìa e a ragion veduta. Il ritornello picchia forse un po’ ossessivo, ma siamo davanti ad una realtà con azioni in crescita. Voto: 7-

Michele Zarrillo - "Mani nelle mani": Un caposaldo immarcescibile della melodia italiana, torna dopo anni e sembra persino più bravo e vocalmente dotato. Il brano è Zarrillo DOC al 100%, ma lieve tenue e dolce come solo lui sa fare. Voto: 6.5


Lodovica Comello (foto Lapresse)

Lodovica Comello - "Il cielo non mi basta": E’ carina, spigliata, intonata, frequenta svariate discipline dello showbiz ma nonostante questo lascia un senso di smarrimento e la domanda fatidica che suona pressappoco: "Perché’?" Il pezzo è un esperimento decisamente al passo, con echi di Levante e Michielin, ma non si alza un pelo neanche a pagarlo. I fans di Violetta magari la pensano diversamente. Voto: 5.5

Sergio Sylvestre - "Con te": Il vincitore di Amici 2016, sulla carta decisamente quotato per stazza vocalità e contributo al minimo sindacale di Santa Giorgia dei miracoli, in realtà finora non ha dato grandi prove nelle esibizioni festivaliere. Impreciso, fuori tempo, molto emozionato, possiede però questo brano caramelloso che ovviamente farebbe gridare al miracolo qualunque fangirl defilippiana. Non convince, ma intenerisce, e tanto basta a farne un pericolo. Voto: 6

Clementino - "Ragazzi fuori": Il rap partenopeo di stampo sociale educativo o lo fai con la grinta di Rocco Hunt, oppure anche basta. Alla seconda esperienza festivaliera di seguito, Clementino zoppica e ha già rischiato l’eliminazione definitiva. Sembrava più sincero l’anno scorso, stavolta sembra un incitamento all’uso di psicofarmaci. Voto: 5-

Alessio Bernabei - "Nel mezzo di un applauso": Ostinato, torna anche quest’anno con un altro appiccicoso ed insopportabile ritornello radiofonico su cui sbaveranno eserciti di bimbe in subbuglio ormonale. Emozione zero, maestrìa zero, forse il peggiore del Festival, ma vallo a spiegare alle ragazzine. Voto: 4,5

Chiara - "Nessun posto è casa mia": Con l’ausilio di Mauro Pagani la trentenne cantante padovana fa il salto di qualità e sforna un brano rarefatto e fin troppo difficile per la riviera. Però cresce con gli ascolti, e lei deve solo sciogliersi sapendo che si può essere raffinati senza dover mettere il freno a mano. Prenderà il volo se scioglierà nuovamente il suo bel canto. Voto: 7


Chiara (foto Lapresse)

Francesco Gabbani - "Occidentali’s karma": Già l’anno scorso, con "Amen", non si intravide subito la pericolosità ed efficacia del tormentone. Quest’anno la forza è doppia, fatta di divertimento, ironia, ritmo, colore, persino una scimmia che balla. La gente vuol ridere e sorridere di se stessa, che nessuno si vergogni se la sta ballando da due giorni. Per me è la sorpresa che spariglia le carte, e persino i giornalisti - mentre incensano la Mannoia - votano per lui. Voto: 8

Raige e Giulia Luzi - "Togliamoci la voglia": La seconda coppia di già eliminata, meritava forse qualche ascolto più attento sebbene anche l’unione di questi due interpreti non sembrava particolarmente a fuoco. Il ritmo danzereccio e il sottile gioco di seduzione ne fanno comunque un pezzo che sentiremo in radio, lieve e senza troppe pretese. Voto: 6-

Marco Masini - "Spostato di un secondo": Non vi fate spiazzare dalla nuova veste musicale, un po’ mengoniana, del cantautore toscano; la corazza è la stessa, la solidità raddoppiata, la forza è quella di chi ne ha già dovute sentire troppe sul proprio conto. Non brilla mai per simpatia, ma Masini è bravo, facciamocene una ragione. E con gli arrangiamenti più moderni e qualche fraseggio più azzardato, sa sempre come emozionare. Voto: 7

Bianca Atzei - "Ora esisti solo tu": Bisognerebbe istituire un trofeo solo per lei, per l’indefessa e spavalda ostinazione con cui si spende ovunque e in ogni modo senza mai raggiungere un risultato che giovi alla sua carriera. Canta bene ma quest’anno, sebbene più orecchiabile, sfoggia uno stile anacronistico e il classico testo di Kekko dei Modà dove "nuvole", "sole", "cuore", "amore" e "stelle" sono i consueti e ricorrenti protagonisti. Che sia spinta e raccomandata da anni è ormai un tormentone metabolizzato. Non convince e basta, a prescindere. Voto: 5

E infine un 10 meritatissimo e un po’ masochista a chi non solo segue il Festival, ma ha persino letto tutte queste inutili castronerie. Namastè. Alè.

 


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