Scritto da Fabio "Stanley" Cusano Sabato 24 Aprile 2010 22:15 Letto : 2391 volte
Non tragga quindi in inganno la chitarra aggressiva e dai ritmi Ska in levare dell'opener "Buttati Battista" poi ripresi anche in "Testimonianza del mio amore" dove solo i tempi di esecuzione sono rallentati, perchè questo è un perfetto prodotto di Pop cantautorale. Infatti basta ascoltare la melodia acustica di "Non so cosa farci" per capire il nuovo trend sonoro di JSR, più dedicato alla melodia solare ed estiva che in passato. L'album è prodotto in maniera davvero eccellente e le composizioni sono strutturate in maniera sempre semplice ma in maniera assolutamente raffinata, senza fronzoli e tecnicismi inutili. Non c'è da stupirsi quindi se il beat di "Tuo fratello è psicopatico" sarà la colonna sonora della prossima vostra vacanza, oppure la rilassata title track che si snoda tra Jazz e cabaret, con un bellissimo testo che parla di un ragazzo al giorno della discussione della tesi di laurea è pronto a "fare il suo ingresso in società", farà da sottofondo ai vostri aperitivi. Stupisce dal punto di vista lirico, come Jet Set Roger parli di piccoli temi della quotidianità con quel non-sense e leggerezza di chi ha la piena padronanza delle proprie composizioni e dei propri testi, con la sua vellutata voce che colora tutti i brani in maniera netta e sempre diversa, per un acquarello sonoro completo e variegato. Più nostalgico il mood di L'avresti mai detto", mentre il simbolo di questa transizione sonora è "Jet Set Society"; il tappeto elettronico di "Non ci voglio più pensare" è l'unica nota stonata di tutta la raccolta, non adatta ad un contesto artigianale come questo. La conclusione di questo lavoro è affidata a "La vita senza pepe", una riflessione fatta solo di voce e pianoforte sulla mancanza di stimoli dei giovani d'oggi, dove si rimpiangono i bei vecchi tempi. Piccoli uomini crescono quindi è un album Pop al 100%, che concede solo di rado qualche scossa Rock e che dimostra la voglia di cambiare pelle di Jet Set Roger, forse un'esigenza per un'artista sopraffino e dotato di un notevole songwriting, un'esigenza "primaria" per sopravvivere a se stessi ed alla musica italiana cosi stereotipata dove i talenti o pseudo tali escono fuori dai reality show. Per questo Roger Rossellini merita la nostra stima e attenzione, e questo disco è già uno dei casi discografici nostrani più piacevoli e riusciti del primo semestre del 2010. 83/100
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Jet Set Roger: Voce, pianoforte, tastiera e chitarra Anno: 2010 |