Scritto da Valeria Lupidi Domenica 29 Maggio 2022 06:32 Letto : 996 volte
Opera complessa e sicuramente non adatta ad ogni tipo di pubblico. Fondamentale risulta la conoscenza della mitologia greca per comprendere alcuni passaggi messi in evidenza nella narrazione. Belle le rappresentazioni corporee delle morti dei giovani ragazzi, sottolineate con una fortissima espressività del volto. Assolutamente adatte ed inclusive le musiche che hanno accompagnato tutta la rappresentazione: praticamente unica sonorità, vista l'assenza dei dialoghi. Certamente lo spettacolo è una rivisitazione molto personale del regista Stefano Napoli del mito della regina di Tebe: Niobe è interpretata da un uomo (un po' in difficoltà su tacchi a spillo altissimi), una sghignazzante fotografa dei nostri giorni riprende tutti momenti della vicenda, uno scultore (fuori scena) lavora ad una testa realizzata con la creta. Alcune scene sono forse un po' troppo forzate (risulta poco collocabile nel contesto l'apparizione per qualche minuto di un attore nudo sul palco), altre risultano veramente toccanti come le brillanti lacrime poggiate sul viso di Niobe trasformata in pietra. L'originalità è certamente il tratto distintivo di tutta l'opera. E rimanendo in tema di mitologia, molte muse in questo spettacolo hanno ritrovato messa in luce la loro arte. Questa recensione si riferisce allo spettacolo del 28 maggio 2022. |
VANITY DARK QUEEN
|