Home News Top News Neil Young: la nostra recensione in anteprima di "Chrome Dreams", ennesimo lost album

 

Diciamo la verità: quando si parla di Neil Young, i "lost album" verosimilmente a vocazione leggendaria si sprecano
La questione, alla fine dei conti, si riduce ad una certa ordinarietà dello "straordinario" che non fa più notizia.
Prendiamo il caso di "Chrome Dreams", una delle tante "inedite" perle del canadese, asseritamente recuperate dagli archivi della sua storica label Reprise
.
Il brano "Star of Bethlehem", ad esempio, ivi incluso, è stato recuperato dalle sessions di "Homegrown", poi inserito in "American Stars 'n Bars".
Discorso analogo per "Captain Kennedy", "Powderfinger" e "Pocahontas", pezzi incisi nel 1976 e destinati all'album "Hitchhiker", poi confluiti in altri titoli.
Il problema è che, a loro volta, sia "Hitchhiker", sia "Homegrown", non soltanto erano album perduti e altrettanto leggendari, ma erano anch'essi composti da brani che già avevano trovato posto altrove.
E' un gioco che sembra pescare dalla tradizione delle scatole cinesi e dilata, per non dire stratifica, la discografia ufficiale dell'artista. 
QUI la recensione completa dei disco.

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