Sogno di una notte di mezza estate
Roma, Teatro Brancaccio, 24 Febbraio 2017

Inusuale ma interessante riproposizione di “Sogno d’una notte di mezza estate, quella portata sul palco dalla compagnia teatrale "Teatro Senza Tempo", già in scena al Sala Uno a fine gennaio (http://www.salauno.com/index.html. Sala Uno è uno spazio non-profit dedito all'arte contemporanea, situato nel Complesso pontificio della Scala Santa, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano), replicata il 24 Febbraio scorso al Brancaccino a richiesta del pubblico, richiamato dall’eco positivo di quella prima esibizione.

Ambientazione minimalista e inconsueti abiti di scena sono gli elementi che caratterizzano la citata  rappresentazione, sublimata, peraltro, da scelte contro tendenza, come quella di affidare il ruolo di Titania e Tisbe a due attori di sesso maschile. 

Mary Ferrara - regista della rappresentazione e attrice lei stessa - incontrata nel backstage, ci parla delle motivazioni che l'hanno spinta ad operare queste scelte, certamente inconsuete ma senza dubbio interessanti e coinvolgenti.

Mary Ferrara: Il perché abbia affidato i ruoli di Oberon e Titania a due maschi, è piuttosto complesso, come un po’ tutta l’interpretazione che ho dato all’opera ed il significato attribuito ai personaggi. La costruzione è stata ispirata da un’opera del pittore Füssli che ritrae Titania nel momento del suo risveglio. Lui realizzava le sue opere esplorando la parte oscura della psiche umana, inserendo i soggetti in una visione onirica in cui incubo ed erotismo si fondono. Mi sono chiesta oggi cosa potesse “scuotere il pubblico” in un’epoca in cui tutto è detto e mostrato. Allo stesso tempo, volevo che per gli allievi la mia rivisitazione fosse anche una fonte di lavoro sull’inibizione.

A&B: alcuni personaggi mi sono sembrati molto diversi da come furono ideati in origine dall'Autore.

Mary Ferrara: per la caratterizzazione psicologica ho lavorato a gruppi di personaggi. Per la scelta di cui sopra, ad esempio, sul trio Puck, Oberon, Titania.

A&B: Puck è forse quello che viene rappresentato in termini più attuali...

Mary Ferrara: Puck è un giovane artista di oggi, interessato al funzionamento stesso del sogno perché ha già sperimentato che i suoi sogni possono diventare opere concrete nella realtà. Mette le cuffiette, parte la musica e si immerge nella dimensione onirica, dove sa che il tempo scorre in modo completamente diverso e come cose impossibili accadano senza sembrare tali. Cerca dunque di ricreare queste condizioni nella commedia grazie alla presenza delle muse nella foresta incantata che altro non è che il suo inconscio, infinito e creativo.

A&B: Perché in chiusura lo induci a rivolgersi al pubblico?

Mary Ferrara: Alla fine della commedia, Puck estende quest’atmosfera onirica a tutta la platea, rammentando al pubblico che quanto ha visto può ricordarlo come un semplice sogno oppure farla diventare un’esperienza personale, fonte di crescita e cambiamento. In questo contesto, l’animo giocoso di Puck non si manifesta attraverso se stesso, quanto attraverso quello che lui fa fare ai personaggi, permanendo, agli occhi del pubblico, nella linea di confine tra la realtà e la fantasia. Vestito con una felpa con cappuccio, in modo totalmente diverso dagli altri attori, si aggira a volta furtivo e semplice spettatore, altre volte protagonista. Ho voluto mantenere il monologo originale, anche se con un intento differente.

A&B: Parlando del personaggio di Oberon, colpisce il fatto che egli sia rappresentato con una sessualità ambigua, attratto da una Titania che è intepretata da un uomo.

Mary Ferrara: Oberon è molto maschile nelle movenze ma mellifluo nella voce, in alcuni momenti dello spettacolo. Se Puck rappresenta l’ES, sicuramente Oberon è l’IO. E’ la coscienza mediatrice che si trova tra l’incudine dell’Es e il martello del SuperIo. L’Io è l’istanza preposta alla coscienza, è la parte più superficiale dell’apparato psichico, si costituisce come mediazione tra i bisogni pulsionali propri dell’Es e il mondo esterno. L’Io è paragonato al cavaliere che deve domare la prepotente forza del cavallo, con la differenza che il cavaliere cerca di farlo con i propri mezzi, mentre l’Io lo fa con i mezzi presi a prestito dall’Es. Oberon interagisce con l’immaginario di Puck in modo quasi paterno guidandone i passi seppur in modo astratto e surreale.



A&B: Veniamo a Titania, che è la vera novità della tua rivisitazione. Il personaggio spiazza, lo ammetto, ma presenta elementi di sicuro interesse.

Mary Ferrara: E’ il SuperIo, la censura che regola il passaggio dalle pulsioni dell’Es all’Io, rappresenta quella che può essere definita la coscienza morale, o meglio una sorta di censore morale che giudica gli atti e i desideri istintivi dell’uomo. Il SuperIo nasce nel bambino, inizialmente libero da qualsiasi principio morale, per effetto del potere condizionante dei genitori. Titania non vuole cedere il giovane indiano a Oberon e lui, con astuzia, la fa cedere di fronte al desiderio indotto che rompe il circolo vizioso della morale. In questo modo, l’ES di Puck può tornare a creare in totale libertà e portare a compimento il suo sogno attraverso la riunione di Io e Superio. Titania ha una femminilità a tratti isterica nelle movenze ma ha continui passaggi nella voce da toni acuti a toni più grevi.

A&B: E’ per darle questa ambiguità in bilico tra complessità della figura femminile e greve attitudine di quella maschile che hai pensato di affidare il ruolo di Titania ad un uomo? Oppure volevi richiamare la più antica tradizione teatrale, ove anche i personaggi femminili erano interpretati da uomini?

Mary Ferrara: Torno volutamente alla volontà di “scuotere il pubblico” e a lavorare sul concetto di inibizione: in realtà, io ho pensato al bacio omosessuale. Ed aveva senso metterlo in scena con i protagonisti completi delle loro caratteristiche. Titania senza barba sarebbe stata scontata, priva della rappresentazione di una creatura non umana, tra l’altro. La tradizione teatrale c’è nello spettacolo, perché oltre a Titania ho affidato il ruolo di Tisbe ad un uomo sempre con la barba!

A&B: Perché l'uso di abiti moderni e un'ambientazione così minimalista? (gli attori indossano abiti moderni ma giovanili, come giacche jeans, felpe, leggins, camminando a piedi nudi su un palco completamente nero, privo di qualsiasi ulteriore orpello, che si tratti di immagini o suppellettili)

Mary Ferrara: Puck sogna. Da scrittore (o drammaturgo o poeta che sia), più che gli ambienti, egli visualizza volti, colori, parole. Gli attori sono tutti senza scarpe (eccetto Teseo) perché nei sogni raramente ci ricordiamo che scarpe indossiamo. E, sempre nei sogni, gli ambienti spesso sono falsati: le storie che vediamo e ascoltiamo non sempre si svolgono nei luoghi abituali o di nostra conoscenza.

A&B: Pensi che l'assenza di uno scenario ricco di immagini e oggetti giovi agli attori?

Mary Ferrara: Si. È l'altra ragione circa l’uso minimalista degli oggetti in scena, cioè dar modo agli attori di poggiarsi su loro stessi. Facendo loro parte di una classe accademica di 2° livello – e quindi prendendo parte ad uno spettacolo di formazione – ho voluto che si sforzassero di riempire la scena con la loro capacità attoriale.

A&B: E’ tutto logico, fino ad ora, ma perché farli vestire in maniera contemporanea?

Mary Ferrara: Gli abiti sono moderni perché Puck è comunque un ragazzo di oggi, con un immaginario attuale. In contrasto con il linguaggio che è comunque atemporale e riconducibile al talento letterario dell’autore.

A&B: Vorrei che ci parlassi di alcuni attori. Tra questi, certamente quello che interpreta Rocchetto che ho ritenuto molto efficace, nella sua maldestra ma simpatica attitudine. 

Mary Ferrara: Rocchetto è rappresentato da Andrea De Luca. Tutti i ragazzi, come lui, hanno affrontato delle sfide nel lavorare sui ruoli. Come abbiamo detto sopra, è un lavoro nato come completamento di un percorso formativo sull’inibizione, da ogni punto di vista. Andrea doveva rappresentare la pochezza umana, quella che si vende a caro prezzo pur non avendo un effettivo valore fin quando non scopre, attraverso un lavoro su di se, di poter essere migliore di quello che crede.


A&B: L'attore che ha interpretato Teseo è quello che più mi ha coinvolto. L'ho trovato molto bravo, credibile nelle inusuali vesti moderne: camicia e cravatta, ha assunto le sembianze di un attuale medio-borghese, un po' borioso, talvolta altezzoso, ma certamente animato da positivi sentimenti. 

Mary Ferrara:
Hai avuto la fortuna di vedere in scena Antonio Nobili, Direttore di TeatroSenzaTempo, attore e regista. Teseo è un personaggio non molto positivo in base alle tante interpretazioni, io invece l’ho trovato estremamente femminista per il periodo storico. Interpella Ermia là dove il padre ne invoca la morte per disubbidienza qualora non dovesse cedere al suo volere. Volevo che venisse messo in luce questo aspetto, dando alla figura di Teseo il rigore di una personalità "di stato", senza pregiudicare la possibilità di prendere decisioni, spinto da un forte sentimento.

A&B:
Titania, in questi termini così sessualmente ambigui. E' stato difficile imporgli il personaggio? 

Mary Ferrara: Non lo è stato con nessuno perché i ragazzi si fidano: sanno che bisogna lavorare sulla coralità e che tutti emergono se ascoltano me, i docenti e loro stessi. Il risultato è quello che hai visto.

A&B:
Parlando, più in generale, del TeatroSenzaTempo, ti chiedo di accennare ai prossimi impegni e agli obiettivi immediati.

Mary Ferrara: L’obiettivo è quello di continuare a formare allievi che facciano di questa loro passione una professione.
Questi i prossimi impegni, fino a giugno:
  • Club 2.7: spettacolo musicale basato sulla vita di artisti ‘maledetti’ con testo e regia della sottoscritta. Andremo in scena il 13 Aprile e poi il 3 Giugno al Teatro Brancaccino;
  • G8 – Sotto l’ira del sole: in cartellone a fine aprile al Teatro Lo Spazio. Testo scritto da me e Alexandro Sabetti con la regia di Pietro De Silva;
  • Lovecraft Tales: testo e regia della sottoscritta ispirato al genere gotico dello scrittore Lovecraft. Per 10 incontri, a partire da maggio, lo spettacolo viene proposto bilingue italiano/inglese al Cappella Orsini;
  • I Pretendenti alla corona: a maggio al Teatro Abarico con la regia di Riccardo Merlini;
  • Il mondo è la terra di Caino: a fine maggio al Teatro Sala Uno per la regia di Sofia Bolognini;
  • Dark Alice: a fine maggio al Teatro Sala Uno per la regia di Tommaso Bernabeo.

Attori:
Giulia Capuzzimato - Fata
Andrea De Luca -
Rocchetto
Jessica Di Bernardi -
Elena
Davide Fasano -
Puck
Federico Fiordigigli -
Zufolo/Tisbe
Silvia Magazzù
- Ermia
Marco Maradei
- Titania
Andrea Palmieri
- Oberon
Mariaenrica Recchia
– Agonia/Luna
Virginia Risso
- Fata
Mariella Rotondaro
- Ippolita
Chicco Sciacco - Demetrio
Aldo Sorrentino - Egeo
Valerio Villa
- Lisandro

con la partecipazione di
Antonio Sebastian Nobili - Teseo
Domenico Argentieri – Pietro Zeppa
Matteo Maria Dragoni – Beccuccio/Muro

 

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.