Scritto da Gianluca Livi Mercoledì 08 Marzo 2023 08:03 Letto : 1141 volte
Possono i sogni, l'irrazionale, i criptici meandri della psiche apparire concreti? L'attore ci conduce verso la risposta affermativa e lo fa percorrendo almeno tre range interpretativi: c'è la drammaticità di certi contesti critici, a tratti angosciosi, finanche dolorosi; c'è la consueta ironia, mai leggera però, sempre assennata e a vocazione riflessiva; infine, c'è la (apparente) alienazione scriteriata del personaggio omaggiato, in un perenne stato di instabile equilibrio che pare proiettare tutti in una dimensione onirica del tutto parallela. Questa stratificazione afferisce anche all'arredo, la cui concretezza spalmata su una scrivania, un paio di sedie e due librerie stracolme di carta, pare risucchiata dall'inquietante Babau che campeggia su una parete di fondo dai toni grigi ma ricco di espressività, perché adornato anche di grafia, tratti, segni, a sua volta mezzo illuminato da uno squarcio di luce proveniente da un lucernaio che pare imprigionato da una grata. E poi c'è Valentina Cardinali, vulcanica, dirompente, ironica, drammatica, introspettiva e tante altre cose ancora e diversissime tra loro: questi stati d'animo sono espressi con attitudine multidisciplinare; ora ricorrendo ad una interpretazione canora di stampo malinconico, poi effettuando voli pindarici tra i molteplici dialetti italiani; poi, ancora, muovendosi sinuosamente, nuotando, anzi, ballando nell'aria. Qualcosa di fin troppo superiore ad una semplice spalla, questa donna, che è una soltanto ma pare essere cento persone insieme. Un anno fa assistemmo a Milano a "La corsa dietro il vento" e rimanemmo entusiasti; oggi, a Roma, quest'opera è linfa vitale che, ancora una volta, alimenta tutta la nostra attività sensoriale. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 marzo 2023. |
dal 7 Marzo al 12 Marzo 2023
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