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Cookies Trio entrano nella lizza musicale con un CD eponimo di 5 tracce con tutta una loro verve ironica che fa di ogni parola una piramide di antifrasi, cui unico senso è l’inversione stessa del senso.
La pastura musicale è fortemente ritmica, polke
jazzate e shakerate in arabeschi gitano-manouche, fraseggi impressionistici delle chitarre che si saltano l’una sopra l’altra in un gioco avvincente che prima stordisce e poi stabilisce una sua metafisica ipnotica.
Già col primo pezzo siamo nell’estasi di una circolarità, il ritmo batte in testa con le gambe di uno stregone che lancia i numeri e ossa negli spazi definiti da un rito. Il gruppo veste demodè come il tono stilistico della musica che propone e che li inserisce a pieno diritto nella tradizione cantautoriale italiana, ma quella crepuscolare, ed espressiva lungimiglia dal business e da palchi ingrippati di divi. I
Cokies suonano nei parchi senza remora alcuna e te li puoi trovare anche sotto pergolati d’osterie provinciali tra boccali versano schiuma e stracci che portano via l’ultima sporcizia.
“Lodovico” è il pezzo d’apertura e già si nota la vena ironica e l’interplay delle due chitarre sempre in sincrono. In
“Disoccublues” emerge l’espressività della voce di
Marzola insieme alle fiorettature swing delle chitarre.
“Bon Sex”. Dopo aver sentito e visto il video concept si esce confusi disfatti e basiti.
“Il tempo passa per tutti” recita la pubblicità che dà alla giornata un ritmo di dovere, la nonnina arcigna, le acustiche che incapsulano assoli molto puliti e intermezzano il canto, gli aloni manouche delle chitarre. Ripensi ad altri tempi quando bastava mettere insieme pochi elementi per creare emozioni.
“Spazio senza tempo” è un po’ macchinosa ma fluisce lo stesso, ci sono grumi di parole un po’ maniacali nel loro ripetersi ma poi tutto finisce e ti rimane nell’orecchio la civetteria appiccicosa di alcuni frammenti melodici efficaci nella loro demenzialità .
“Se mio nonno avesse fatto il benzinaio avrei percorso molta più strada” è introspettivo languoroso, il pezzo zuma su un matto che sicuramente ha dietro un villaggio e quindi non può sentirsi interamente responsabile di quello che dice, anzi si autoassolve nella sua ingenuità.
I
Cookies Trio hanno qualcosa da dire, ci aspettiamo altri lavori per vedere meglio la direzione del loro progetto musicale.
75/100
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Gabriele Marzola: Voce Marco Marzot: Chitarra e voce Marco Staffolani: Chitarra e voce
Anno: 2012 Label: Autoprodotto Genere: Jazz/Swing/Cantautorale
Tracklist: 01. Lodovico 02. Disoccublues 03. Bon Sexe 04. Spazio senza tempo 05. Se mio nonno avesse fatto il benzinaio avrei percorso molta più strada
   

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