“Mi trovo costretto a scrivere queste poche righe perché vorrei far chiarezza su quanto successo con la pubblicazione del videoclip di VeiveCura, uscito ieri su Trashic Magazine http://www.trashicmagazine.it/mushic/caravana-secondo-videoclip-estratto-da-tutto-e-vanita-in-esclusiva-su-trashic-magazine/ Il video ritrae la band “Lo Stato Sociale” mentre balla una sorta di macarena durante i propri concerti. La musica, la mia, è invece di una lentezza disarmante. Le parole scritte dalla redazione, che accompagnano il video, sono le seguenti: “Il video, collage di clip amatoriali, vede i membri della band italiana “Lo stato sociale” esibirsi in curiosi balletti coreografici; una sorta di “umorismo nero”, come lo definisce lo stesso Davide Iacono, mente del gruppo siciliano, il quale aggiunge: “l’umorismo ‘nero’ sta nel fatto che faccio ironia sulla morte della musica, perché quei balletti rappresentano questo, per me”. Un video emblematico per una critica più generalizzata , e quanto mai efficace, del panorama musicale del nostro paese: frivolo e spesso ipnotizzato da proposte tanto piatte quanto evanescenti.” Cerco di essere breve. La mia critica non si limita ad un’effimera ironia su una band o su un balletto. Qui il punto non è se a me piace o no la loro musica, anche perché credo sia palese ciò che penso. La mia è una critica più ampia. Ogni anno varie riviste musicali, non si capisce se per puro amore verso la superficialità o se per adorazione verso alcuni uffici stampa e case discografiche indipendenti, propongono al grande pubblico delle band italiane più che discutibili, etichettandole come “fenomeni artistici dell’anno”. A quel punto ecco che arriva il gregge a belare consensi. Molto spesso questo è il sistema. Io invece credo che le riviste musicali dovrebbero educare, e non il contrario. Ho voluto realizzare questo grottesco montaggio di immagini per dire la mia, a modo mio: provocando. Mi sono stancato della falsità di questo fantomatico “ambiente indie”, del bieco buonismo che vi circola. Attenzione però, Lo Stato Sociale è solo quel che passa il “convento” in questo preciso momento, prima di loro ce ne erano degli altri, e dopo ce ne saranno ancora. Se anche I Cani avessero danzato su un brano, state certi che in questo videoclip sarebbero finiti anche loro. Il concetto è semplice, a me non dispiace che esistano band di qualsiasi genere musicale e qualità e professionalità (ci mancherebbe), bensì mi dispero nel vedere che, a dispetto di artisti oggettivamente validi, in Italia si passi il tempo ad osannare fenomeni che oggettivamente hanno poco a che fare con la Musica. Per quel che mi riguarda la Musica merita profondo rispetto. La cosa fantastica è che anche Lo Stato Sociale sa di non essere all’altezza del proprio successo, il fatto che più volte si siano presentati come “gruppo di persone che cazzeggia” ne è la prova (scusate la schiettezza). Speravo che da loro il video venisse preso “con filosofia”, ma così non è stato, complici anche le poche parole che il magazine ha riportato a fianco del videoclip, troppo riassuntive, ma di questo me ne assumo la responsabilità, potevo essere più attento. In conclusione, questo balletto è solamente un pretesto per criticare altro. Quel video vuole rappresentare il funerale della musica italiana, e per questo motivo citavo l’umorismo nero. Ecco, penso che se la cosa fosse stata presentata in questo modo, con queste premesse, forse le polemiche ci sarebbero state, sì, ma meno accese, e me ne dispiaccio. Inoltre confesso di aver inviato loro una mail in cui chiedevo una sorta di “autorizzazione informale” a pubblicare il videoclip su internet, e quando scrivevo sapevo già che quelle parole potevano essere utilizzate contro di me, perché non ne ho specificato i contenuti, avido di una risposta positiva. Credo che la band si sia più arrabbiata per questo che per i contenuti del video palesemente umoristici, e mi dispiaccio anche per questo. Detto ciò, vorrei puntualizzare ancora qualcosa. A un’azione corrisponde una reazione, ovviamente, quindi era facilmente ipotizzabile l’arrivo di mille attacchi da tutti i fronti verso la mia persona. Mi si attacca dicendo che in questo modo voglio solo farmi pubblicità, che questo video sia una mossa commerciale. Io invece credo fermamente che questo non sia un buon metodo per arrivare alla notorietà. Non penso mi giovi ricevere milioni di insulti dai fan sfegatati di una tale band. Non penso mi giovi parlar male del sistema della musica indipendente italiana, in tale modo posso solo nutrire odio da parte della gente del settore. Non penso mi giovi nutrire le antipatie di band come Lo Stato Sociale. Inoltre se la mia idea fosse stata quella di cavalcare l’onda della polemica, beh, avrei pubblicato il videoclip su un magazine con ben più visibilità (e ne avrei avuto davvero la possibilità) e non su un magazine appena nato, seppur di tutto rispetto, come Trashic Magazine. Mi si attacca inoltre dandomi dell’invidioso. Questa cosa mi fa sinceramente sorridere e si commenta da sola. Vivo di musica, ma lo faccio in Germania, davanti a un pubblico che ha un minimo di cultura musicale e che finanzia gli artisti. VeiveCura non è un progetto che punta alle classifiche, il mio, il nostro, è un percorso diverso, non mira a suonare nei locali cool dell’estate, che sia chiaro. Termino questo comunicato, spero esaustivo, dicendo che il brano CaraVana parla dell’inutilità di alcune cose, e che il video sotto accusa secondo il mio modesto parere è geniale.”
Davide Iacono VeiveCura
www.veivecura.bandcamp.com
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