Ecco la genesi del disco nelle parole dell'autore: "Il mio ritorno alle scene è stato dettato, sopra ogni cosa, dal bisogno fisico di suonare dal vivo. Il disco, in realtà, è un magnifico espediente per contestualizzare un processo di rinascita artistica; ma è indubbio che una forte motivazione sia stata per me il volersi mettere ancora una volta in gioco, per cercare di capire se ci sia ancora spazio per me, o se la nuova generazione di cantautori degli "anni zero" ha resettato e fatto piazza pulita di quel bagaglio culturale legato ad un certo tipo di scrittura oggi in declino perchè, forse, troppo matura. UMG, forse, lascerà un po' perplessi gli ascoltatori di Moltheni, ma di certo la matrice del prodotto finito non è diversa e non li deluderà; ne racchiude e ne raccoglie, infatti, l'essenza e il significato più vero, nonchè le melodie sempre e comunque riconoscibilissime. La nascita di UMG è, in buona parte, da attribuire ai miei fan e a tutto l'affetto che mi hanno dimostrato in questi tre anni di lontananza. Moltheni era giunto al capolinea...per quello che aveva rappresentato per me e per gli altri, per la sua integrità morale e la sua etica, per la sua visione artistica...per tutto questo meritava di concludersi in bellezza. Dalle sue ceneri immacolate nasce Umberto Maria Giardini testimone ed erede di Moltheni ..."
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