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Palasport & Friends: il ricordo dello storico batterista dei Pooh


Il breve resoconto della serata (21/11/2022) all’Orfeo di Taranto “Palasport & Friends”, dedicata al ricordo dello storico batterista dei Pooh.

 

- Comunicato stampa a cura di Claudio Frascella -

Foto di Matteo Dusconi

«Goodbye, Stefano!»

Per una sera, virtualmente, i Pooh tornano insieme. I video di Facchinetti, Battaglia, Canzian e Fogli. Quello di Tiziana Giardoni, moglie di D’Orazio: «Ci vediamo il prossimo anno». Fra gli ospiti, Roberto Ciufoli e Graziano Galàtone

«Sapete quanto per me sia importante mantenere vivo il ricordo di Stefano, e non solo perché era il mio compagno di vita: ha lasciato un vuoto umano e artistico importante. Così non posso che ringraziare per quanto hanno fatto, stanno facendo e faranno, i Palasport che per il secondo anno consecutivo hanno voluto tributare una serata in memoria di un grande artista dal grande cuore: spero di riabbracciarvi tutti nella prossima edizione».

Questo il contenuto di un saluto e una promessa, insieme, lunedì sera al teatro Orfeo di Tiziana Giardoni, moglie di Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh che la coverband ufficiale della formazione italiana più amata ha voluto ricordare con lo spettacolo “Palasport & Friends” al teatro Orfeo di Taranto. Per una sera, inoltre, i ragazzi vincitori dell’unico contest riservato alle formazioni che girano l’Italia con i successi di Facchinetti, D’Orazio, Battaglia e Canzian, sono riusciti a riunire virtualmente i Pooh: sullo schermo, dietro la batteria originale del quarantennale, oltre al messaggio di Tiziana, infatti, sono stati mostrati i video che Roby, Dodi e Red avevano confezionato per l’occasione. Anche Riccardo Fogli ha voluto partecipare con un suo personale contributo. Infine, proiettata anche l’immagine di Valerio Negrini, autore dei grandi successi dei Pooh e fondatore insieme con Facchinetti del gruppo musicale italiano più amato.

Un “tutto esaurito” annunciato, una serata di beneficenza in favore dell’Aido di cui D’Orazio era stato testimonial e tante emozioni con molti artisti che hanno voluto dare il proprio apporto ad una serata a dir poco straordinaria. Fra gli ospiti, Roberto Ciufoli, grande amico di Stefano, che ha interpretato alcune pagine dell’autobiografia del grande batterista, e Graziano Galàtone, giunto in teatro sul filo di lana da Catania, dove aveva interpretato una delle numerose repliche de “La Bella e la Bestia”. Fra gli artisti intervenuti, il violinista Francesco Greco, l’attore Giorgio Consoli,  Non solo Zero (Rino Argeri, una emozionante interpretazione “alla Zero” della bellissima “50 primavere”), Piero Carrieri (Ohm, tribute dei Pink Floyd), Franco Cosa, il soprano Angela Massafra, Team Energy, Francesco Tinelli, coreografo e ballerino. E’ intervenuto il giornalista tarantino Claudio Frascella, grande amico di D’Orazio che ha personalmente seguito due tour dei Pooh.

«Ci tenevamo molto ad un altro appuntamento per ricordare Stefano – hanno detto i Palasport – perché è stato un artista geniale e di grande umanità; abbiamo colto al volo l’invito della splendida Tiziana, che l’anno prossimo potrebbe tornare ancora sulle tavole dell’Orfeo a regalarci ancora altri aspetti del carattere dell’artista romano, grande autore e uomo di grande generosità».

«I Palasport – ha detto Fabiano Marti, assessore alla Cultura e allo Sport del Comune di Taranto – sono uno dei nostri fiori all’occhiello, hanno un grande seguito, come lo hanno avuto per cinquant’anni i Pooh, una formazione adottata e più volte ospitata nella nostra città: come Amministrazione siamo vicini a chi promuove la cultura e crea eventi popolari e di classe».

«D’Orazio – ha detto Ciufoli – era un mio grande amico, c’è stato un periodo in cui festeggiavamo il suo onomastico nella sua villa: veniva mezzo mondo dello spettacolo, accadeva di tutto, che io indossassi il tutù e lui le giarrettiere; serate dissacratorie in cui accadeva il contrario di quanto accadeva in scena, dove i Pooh erano ordinati e compunti. Stefano avrebbe potuto darci ancora tanto, come uomo e come autore, per questo ho voluto interpretare un sonetto in romanesco scritto di suo pugno, ironia della sorte dedicato al Covid, quella “bestiaccia” che ce lo ha portato via».



 




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