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Ken Paisli

Per Gentile concessione dell'editore Chinaski, pubblichiamo una interessantissima intervista a Ken Paisli, giornalista neo zelandese, con radici a Dublino e Auckland, fiero appartenente alla categoria "gonzo journalism", stile giornalistico ideato da Hunter Thompson, di cui egli si dichiara erede.
In Italia ha pubblicato, tutti per Chinaski: "Presunta Adduzione" del 2004, "Guns 'n Roses - The Truth" del 2005, "Michael Jackson Dossier - la vita, gli scandali, il processo" del 2006, "Solo Ozzy" del 2007, e il più recente "AXL-La sconvolgente biografia del leader dei Guns N'Roses".
L'opera dedicata a Michael Jackson - recentemente ristampata con un aggiornamento dell'autore - è rimasta nella top venti dei libri più venduti in Italia per parecchie settimane (link al catalogo dei libri musicali).
Non si fa vedere in giro, non rilascia interviste, non si reca alle presentazioni dei suoi libri, copre il suo volto con un passamontagna (ne spiega le ragioni proprio in questa intervista): è il suo modo di protestare contro l'attuale società che, a suo dire, prende più in considerazione la forma a scapito della sostanza: "Solo se vai in tv o in pubbliche apparizioni sembri legittimato ad esistere. Non ci sto", dice Paisli con caparbia ostinazione. Contattato dopo 10 anni di “latitanza”, ci aggiorna sulla tanto chiacchierata re-union dei Guns N’Roses e sui suoi nuovi progetti editoriali.


SITO UFFICIALE
CHINASKI Edizioni

Intervista di Federico Traversa

Domanda: Ciao Ken, credo che sia la prima intervista che rilasci in quasi 10 anni di attività. Cos’è?, la pace fra Axl e Slash ti ha reso più morbido?
Risposta: No, no, siete voi che mi stressate. Mi dite che se non parlo poi la gente si scorda di me, che con la crisi è più difficile vendere i libri rispetto al passato e io mi metto a disposizione. Sono un uomo di squadra anche se mi avete descritto come una specie di asociale…

Domanda: In Italia ti sei affermato come uno degli scrittori rock più credibili e amati dal pubblico. Il tuo “Guns N’Roses The Truth” ogni volta che esce con una versione aggiornata raggiunge i primi posti nelle classifiche dei libri più venduti del paese. E nel 2009 “Michael Jackson Dossier” rimase primo in classifica per oltre 2 mesi. Come ti spieghi tale successo?
Risposta: Mah, sinceramente il mio merito è irrisorio. Credo che quello che interessa alla gente siano gli argomenti trattati. Se ho una qualità è quella di scegliere bene le storie che voglio raccontare. E poi sono io stesso un fan e questo mi spinge ad assecondare ogni mia curiosità, per questo i miei libri funzionano e piacciono. Sono scritti da un appassionato per altri appassionati, e fra noi nerds della musica si parla la stessa lingua.

Domanda: Beh, però nei tuoi libri, c’è anche molto del tuo vissuto, del tuo mondo…
Risposta: Sì, certamente. Ho vissuto intensamente il rock, ho creduto in quello stile di vita e in tutte le stronzate che leggevo su Creem, Rolling Stone o nelle biografie. Hai presente il ragazzino di Almost Famous? Ecco io sono quello lì. Come facevo a non raccontarlo? Poi fortunatamente cresci, chi più chi meno, e capisci che tutta quell’attitudine autodistruttiva ed esagerata è solo un intralcio e che quello che fa veramente grande il rock è una sola cosa: le grandi canzoni.

Domanda: Certamente il tuo appeal è aiutato da quell’alone di mistero che circonda il tuo personaggio: l’apparire sempre incappucciato per non mostrare il tuo volto, il non andare alle presentazioni dei tuoi libri, il tuo non essere social. Quanto c’è di vero e quanto di studiato nel tuo personaggio?
Risposta: Intanto non appaio incappucciato ma con un passamontagna, che è diverso. Sai il cappuccio fa molto KKK e io con il razzismo non ho niente a che fare. Comunque la scelta di coprirmi il viso, non fare incontri con i lettori, eccetera eccetera, è un po’ il mio modo per comunicare quello in cui credo, e cioè che non esiste nulla oltre il contenuto. Il fatto che la mia faccia sia o non sia fotogenica, che io sappia o non sappia ammiccare in pubblico non conta un cazzo. Conta solo quello che c’è dentro i libri. Volevo, in sintesi, affermare questo concetto, in culo alla legge di adesso in cui apparire è sostanziale e la sostanza un mero optional.

Domanda: Molti ci scrivono che non sei reale, che Paisli non esiste, che sei un collettivo di scrittori tipo Wu Ming, che probabilmente sei italiano. Addirittura qualcuno ha ipotizzato che potresti essere una donna. Come ti pone in relazione a queste voci?
Risposta: Ma cosa vi devo dire? Va bene, rende il mio personaggio ambiguo e accattivante e magari ne esce qualche recensione che sennò i media non mi dedicherebbero. Da questo punto di vista è una buona cosa anche se credo, alla fine, che i miei lettori di queste cose se ne sbattano. Non sono gente da centri commerciali. Loro comprano i libri di Paisli perché sanno che dentro ci troveranno gli argomenti per cui hanno pagato. Per i miei lettori potrei avere anche tre teste o essere un cazzo di alieno e sarebbe tutto ok a patto che scriva un bel libro sui Guns oppure su Ozzy. E io sono strafelice di questo.

Domanda: Parliamo proprio dei Guns, la tua grande passione. Axl e Slash pare siano tornati ad essere amici, pensi che assisteremo alla tanto attesa reunion?
Risposta: Sono contento se quei due hanno finalmente seppellito l’ascia di guerra. In realtà Slash ci aveva già provato diverse volte negli anni, era sempre stato Axl a covare il maggior rancore. Forse stavolta qualcosa è cambiato sul serio, speriamo. Però da qui a parlare di reunion ce ne passa, anche perché, a quanto ne so Axl, è molto legato ai membri della nuova band – che poi tanto nuova non è, alcuni sono nel gruppo da più tempo di quanto ci rimasero i fondatori. Certo una reunion porterebbe un introito economico senza precedenti nella recente storia della musica. Mah, staremo a vedere... certo sarebbe un’ipotesi davvero suggestiva.

Domanda: Hai visto i nuovi Guns dal vivo? Ti sono piaciuti?
Risposta: Tre volte. Sono fantastici, veramente. Axl non è sempre al 100% ma quando becca la serata giusta è lo stesso animale da palco di 25 anni fa, e gli altri sono tutti musicisti preparati e incredibili.

Domanda: Molti fans dei Guns sostengono che dai tuoi libri si evince una tua preferenza per Axl e una malcelata antipatia nei confronti di Slash. È vero?
Risposta: Basta con questa storia e che palle!

Domanda: Ehi Ken, ci consigli qualche disco rock recente che qui in redazione non sappiamo più cosa ascoltare?
Risposta: Oh Dio… non è che ascolti molto rock ultimamente, sono in una fase molto chill out a dirti la verità… comunque vediamo: l’ultimo di Marilyn Manson (The Pale Emperor, ndr) è un gran disco, uno dei suoi migliori da 10 anni a questa parte. Anche Honor Is All we Know dei Rancid mi è piaciuto. Duri e puri come sempre. Con una punta di vergogna devo ammettere che ho trovato passabile anche l’ultimo disco degli U2, Song Of Innocence. Anche se trovarselo, seppure gratis, sull’ipad senza averlo ordinato mi è parso un atto alquanto supponente e irrispettoso.

Domanda: E di World of Fire di Slash che ne pensi?
Risposta: è un disco alla Slash, punto. A 50 anni il ricciolo ormai può fare quello che gli pare…

Domanda: Mesi fa è stata annunciata la notizia dell’uscita del tuo primo romanzo, “Bad Obsession”, una rock noir alla Tarantino in cui due dei protagonisti sono stati costruiti sulle figure di Axl e Slash. Poi più niente. Illazioni o verità. Il libro esiste? E quando uscirà?
Risposta: No, no, quali illazioni: il libro esiste ed è forse la cosa più potente che abbia mai scritto. Sul quando uscirà è difficile dirlo, era stato annunciato a settembre, poi a novembre ma la realtà è che non credo lo vedrete prima dell’inizio del 2016. Sto rivedendo alcuni aspetti, tengo molto a questo lavoro e voglio che esca solo quando sarò completamente soddisfatto di ogni singola parola. È un romanzo sul rock, sulla vendetta, sull’importanza delle proprie visioni. Potrebbe essere il mio testamento letterario, qualcosa di cui i miei lettori vadano fieri.

Domanda: Nei tuoi libri, anche quando parli di rock, non è mai mancato quel pizzico di denuncia sociale, impreziosito dalla tua innegabile capacità di sintesi e da un’ironia dissacrante. Vuoi cambiare il mondo?
Risposta: Il mondo non lo cambi con i libri, lo cambi con i comportamenti. Tuttavia i libri possono aiutare le persone a prendere consapevolezza di alcune cose che ignorano. La società attuale fa dell’effetto palude il proprio ministero. Ci anestetizza, ci insegna a consumare, correre, accumulare stress e non ascoltare. Tutto in fretta, tutto di corsa, tutto da usare e gettare via nel veloce battito di una ciglia. Sedersi con un libro in mano e prendersi il tempo di leggerlo è quindi già un atto rivoluzionario da parte del lettore. Per non essere da meno anche lo scrittore è chiamato a fare la sua parte e consegnare a chi lo legge più spunti di riflessione possibili.

Domanda: Grazie Ken, allora aspettiamo "Bad Obsession" e la reunion dei Guns?
Risposta: Sulla reunion dei Guns non posso garantire nulla ma il mio romanzo prometto che prima o poi lo consegno. L’ultimo mio lavoro completamente inedito (gli aggiornamenti alle ristampe non li conto) è Axl, uscito nel 2009. Direi che dopo sette anni i miei lettori, che hanno continuato a seguirmi sempre più numerosi, meritino qualcosa che li spiazzi di brutto. E mi prendo l’impegno di farlo. Restate in ascolto che qualcosa arriva, con i tempi dell’arte fatta per bene, ma arriva. Alla fine è tutto molto semplice: vincono sempre i contenuti.
Un abbraccio dal vostro zio Ken.

 

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