Scritto da Gianluca Livi, Roberto Cangioli, Max Casali Lunedì 16 Maggio 2016 08:15 Letto : 3738 volte
Tre anni servono al cantautore milanese per pubblicare un nuovo album, ma questa lunga pausa gli permette di uscire con un prodotto ottimo che gli concederà grandissime soddisfazioni professionali. La nuova fatica si getta alle spalle la tristezza e la malinconia dei primi due album ("Storie di sempre" e "Svendita totale", rispettivamente del 1977 3 del 1978) e la pungente ironia del terzo ("Zio Tom", del 1979), mentre si apre a connotazioni più romantiche, cosa mai fatta appieno in precedenza. Si tratta di un vero e proprio masterpiece (assieme al successivo, sempre omonimo, di due anni dopo) che contiene una delle migliori signature song dell'artista, "Domenica Bestiale", alla quale si aggiungono pezzi comunque pregevolissimi, tra i quali spiccano “Severamente vietato”, intriso di una certa intimità già propria di alcune cose pregresse, e "Sulla strada romagnola", prima, fra tante canzoni, dedicate a regioni e a città diverse dalla sua Milano, che fanno da sfondo a viaggi e a storie romantico-sentimentali. "Berlacca", inoltre, si evidenzia quale accattivante episodio deciso, fatto inusuale per un artista delicato come Concato. Il brano "Canto", infine (che evoca certe abilità compositive tipiche del Pino Daniele più efficace), viene inserito nella colonna sonora del film "Vado a vivere da solo" (diretto da Marco Risi lo stesso anno, primo lungometraggio in cui Jerry Calà riveste un ruolo da protagonista). Un'analisi dettagliata della discografia di Fabio Concato è presente presso il link "Storie di sempre". Gianluca Livi e Roberto Cangioli Fabio Concato fa parte di quei cantautori che non danno fastidio a nessuno, poiché abbraccia tre fronti: piace; piace così così; non piace, ma desta simpatia. Sarà la sua eleganza, il suo cantare garbato, quasi sussurrato, ma è ormai stranoto che egli non trasmette elementi di fastidio. Tuttavia, il Sig. Piccaluga (Concato è il cognome della nonna), ci ha messo un po’ ad affermarsi grazie al giorno più amato: la Domenica. Ed anche se bestiale, poco importa… si sta comunque piacevolmente a casa. Ebbene, con questo motivetto, delicato e orecchiabile, il lombardo ha riscosso la consacrazione definitiva, sancita dalla partecipazione al Festivalbar, ottenendo un successo di pubblico inatteso. Oltre a questa hit, nell’album scorrono piacevoli brani dove il nostro sperimenta anche piccoli altri mood, tipo lo swing di “Canto” o le tastiere a randa di tozziana memoria ("Gloria") nell’intro di “Una casa al mare”. Il tutto, in ogni caso, in assoluta onestà e buona fede. A parte l’episodio decisamente minore “Berlacca”, il resto scorre liscio e gustoso come uno spritz. Insomma, da questo momento in poi, Concato corre forte verso il successo. Solo anni dopo dirà “Guido piano”, ma sarà una bugia che il pubblico, amabilmente, gli perdonerà. Max Casali |
Fabio Concato: voce, chitarra Anno: 1982 |