Scritto da Jango Lunedì 02 Luglio 2012 16:59 Letto : 2269 volte
Il brano “Cose nuove“ ha già di per sé un valore lessicale e un beneficio di saggezza, le cose nuove vengono dal vento che scuote la natura: riff e ribattuti reggono le parole su sfilacciature di pensiero insistente, in un mondo dove tutto ci piomba dall’alto compresa la morte con i suoi pezzi di materia organica. L’enfasi del cantato non è dottorale, non è comico né tragicomico, bensì inclina ad una sano sermone della sera. Il tempo si sperpera in giornaliere oblazioni per poi pagare il conto finale che rende vana ogni lettura e sforzo di capire. Un avvolgente riff naif introduce il brano “Universo“ alla maniera Negramaro, la melodia è piacevole e ti fa innamorare dell’universo in una voragine di buoni sentimenti. “Settimana enigmistica” è una fenomenologia della vita quotidiana fatta di allegria e depressione numerica protratta fino al sabato in cui si ripetono le ossessioni di tutta la settimana in mezzo a rivi strozzati e valichi di scampo che sono sempre i nostri correlativi oggettivi. Le stazioni di viaggio ci sorprendono sui treni della vita nel momento in cui i buoni sentimenti si ostinano a non congelare, allora è meglio traballare nelle bevute e nello spazio intoccabile del cielo e dell’invariato. “Romanticamore“ è una romantica cavalcata western style su attimi eterni e notti nel cuore, con tracimazioni armoniche anni sessanta. Il corso delle cose si può cambiare anche se gli amori romantici si consumano in un attimo, eppure c’è anche l’amore che vive di là della cronaca con una sete di rivalsa e di soddisfazioni. Meridiani e paralleli sono alleati fino allo zenit bianco che è l’ultima stazione , dolori, lacrime e sospiri sono tutto ciò che rimane di un amore maltrattato “L’assedio”, attraverso una sequenza plagale riprende una frase di [Piero Ciampi (“l’assenza è un assedio”) per indicare il vuoto da cui non riusciamo a fuggire in mezzo a parole che pretendono di difenderci dalle parole di sempre. “Le ragioni degli altri” sono quelle che lasciano il tempo che trovano, perché alla fine conta solo la nostra forza di volontà. Sono le nostre idee a tradirci e a sopravanzare le ragioni degli altri. Non è facile capirsi, e i cieli di ciascuno sono distanti e avvicinabili solo sulla tensione fantastica delle coordinate, per inventare nuovi incontri. Insomma un bel disco dove le parole si fondono con i pensieri, le note con la realtà, la musica con la vita. “Quello che non so” chiude” la compilation. Il mare diventa cielo e inghiotte tutto tra afflati di seste napoletane che cesellano il cantato in un battito di mille farfalle. Poi la confessione del canto si nutre della speranza di non essere più soli. Riverberi di chitarre congestionate lasciano la scena ad un assolo vecchio stile, languido come i colori che sfumano l’autunno. Rimane un aria di freschezza e di gusto italiano impastato di nuances e sapori d’oltre confine. 90/100
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Marco Cosma Carusino: Chitarra e voce Anno: 2012 |