Scritto da Valeria Lupidi e Gianluca Livi Sabato 07 Maggio 2022 17:44 Letto : 1016 volte
In tutte le versioni, il titolo si rifà al nome del locale "drag" di Saint Tropez, gestito dai due protagonisti (Renato e Albin). In questa versione teatrale, a salire sul palco del Teatro Marconi, sono Claudio Insegno (che ne cura anche la regia) e Eraldo Moretto. La storia è nota (quindi, nessun pericolo di spoiler se ci accingiamo a tratteggiarla per sommi capi): Renato (Insegno), pur convivendo da anni con Albin (Moretto), ha il "vizietto" per le donne, da una delle quali, in gioventù, ha addirittura avuto un figlio, Laurent, cresciuto insieme ai due uomini. La frizzante armonia che anima il rapporto della coppia viene scossa dalla decisione del giovane di sposarsi con la figlia di un politico bacchettone (Guido Ruffa), segretario del POM (Partito dell'Ordine Morale). La ragazza non ha mai fatto menzione ai propri genitori della particolare composizione della famiglia del fidanzato, mentendo, anzi, sulla professione dei due, tratteggiando uno scenario ordinario e rassicurante. Inevitabile l'incontro tra i futuri consuoceri che dà luogo ad una vera rivoluzione, anche a causa della ricomparsa della madre di Laurent, chiamata in causa proprio da quest'ultimo. Non è facile succedere a Michel Serrault (Il Vizietto) e Nathan Lane (Piume di Struzzo, remake americano datato 1996), ma Eraldo Moretto dimostra di non essere secondo a nessuno: la sua capacità di offrire al pubblico una voce suadente, peraltro giocata sugli alti e bassi di un registro piuttosto esteso e la naturalezza con cui veste abiti da donna, pur in possesso di un fisico piuttosto possente, testimoniano un retaggio di una consistente esperienza attoriale e una grande padronanza del palco (del resto, non è nuovo a vestire i panni di una drag queen: i più attenti lo ricorderanno sul palco di Zelig, nel ruolo della simpatica e saggia Cesira). Menzione di elogio anche per Mirko Darar, abilissimo a recitare con marcato accento brasiliano e al quale si deve la novità della introduzione di tacchi altissimi giacché, nella pièce originale, il suo personaggio camminava scalzo e caracollava indossando scarpe da uomo (anche lui, peraltro, è noto al pubblico del piccolo schermo, avendo calcato il palco di "Italia's got talent", sempre vestendo tacchi vertiginosi). Infine, ci ha colpiti l'interpretazione di Alessandra Sarno, capace di contestualizzare perfettamente il dialetto barese lì dove, in origine, era totalmente assente, strappando unanimi consensi. In sintesi, quella attualmente in corso al Teatro Marconi, è una rappresentazione che forse offre meno spunti riflessivi di quanto abbiano fatto in passato i due film sopra citati, ma certamente si prospetta in termini più spensierati, gioviali e assai disimpegnati con il pregio, peraltro, di sdoganare totalmente la compagine drag queen. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 maggio 2022. |
Il vizietto regia Claudio Insegno Teatro Marconi https://www.teatromarconi.it/ |