Scritto da Fabio "Stanley" Cusano e Gianluca Livi Lunedì 29 Maggio 2023 21:00 Letto : 2686 volte
Pur essendo una raccolta di canzoni mai troppo osannata dai puristi dell'hard rock, A little ain't enough è tutt'oggi un gran bel disco, pieno di pezzi soddisfacenti e appaganti, dimostrazione di come l'opera di Diamond Dave abbia retto l'urto della prova del tempo e fosse completa nel suo genere. Un LP da riscoprire ed apprezzare, che merita una seconda chance. 75/100 (Fabio Stanley Cusano) Appena esce, l'album viene letteralmente demolito: mancanza di orginalità, contenuti poco brillanti, idee trite, viene detto. E invece no! Se in termini di successo il disco rappresenta un fallimento, artisticamente è più che valido, presentando delle eccellenze indiscusse: la title-track e "Shoot It" non sono meno accattivanti ed efficaci dei passati singoli radiofonici, "Baby’s On Fire" e "It's Showtime!" appaiono quali vere e proprie iniezioni adrenalitiche (con il secondo pezzo che sembra letteralmente il seguito di "Hot For Teacher"), mentre "The Dogtown Shuffle" sembra ricalcare le atmosfere sospese già profuse nel brano "Skyscraper" e "Drop in the Bucket" dimostra che Jason Becker sa dosare benissimo estro, cripticità e ruffianeria. E gli altri pezzi non sono certamente da meno. Insomma, l'album è ottimo, privo di difetti (anche grazie alla produzione superba di Bob Rock), con limiti dovuti a situazioni oggettive, piuttosto che ascrivibili al talento dei musicisti coinvolti: in primis, non è facile per chiunque succedere a due mostri sacri come Eddie Van Halen e Steve Vai; inoltre, l'album viene pubblicato in piena esplosione grunge, movimento musicale che mise in difficioltà ben più blasonati musicisti dell'epoca; senza contare, infine, la competizione con gli antagonisti di sempre, che fino ad allora aveva visto vincere l'ex frontman, e che oggi pare persa, attesa la validità oggettiva di un album eccellente come "For Unlawful Carnal Knowledge". L'album è foriero di spiacevoli disavventure o disgrazie: poco dopo la sua pubblicazione, Diamond Dave viene pizzicato a New York mentre acquista materiale di provenienza giamaicana e si vede costretto a fare ammenda, comparendo in tv per reuperare un minimo di credibilità, mentre al talentuoso Jason Becker viene diagnosticato il morbo di Lou Gehrig (più comunemente denonimato SLA), evento che lo costringe ad abbandonare la band prima del tour (viene sostituito dai chitarristi Joe Holmes, già con Ozzy Osbourne e Lizzy Borden, e Desi Rexx dei D'Molls, a cui vengono affiancati il bassista Todd Jensen degli Hardline e i solidi Brett Tuggle e Gregg Bissonette). Il tour riscontra successo in Europa ma è un flop negli States (giova poco anche il supporto di band pregevolissime come Extreme e Cinderella), trasformandosi ben presto in un fallimento finanziario, dovuto alla scarsa partecipazione del pubblico (un terzo degli spettacoli viene cancellato a causa della contenuta vendita dei biglietti). 88/100 (Gianluca Livi) Agli appassionati di David Lee Roth, si segnala l'articolo intitolato "Crazy For Dave", sempre a firma di chi scrive, in cui viene analizzata nel dettaglio l'intera discografia da solista del cantante americano. |
David Lee Roth: Voce e armonica Anno: 1991 Sul web: |