Scritto da Max Sannella Mercoledì 14 Novembre 2012 17:47 Letto : 2157 volte
Per cercare piccole apoteosi del post-grunge metallizzato nella sua forma primigenia pura e genuina, oscura e di presenza, non bisogna stare a cercare tanto nelle profondità recondite di chissà quale anfratto, occorre sintonizzarsi su questo ottimo quattro tracce dei romani Thin Wire Unlaced, Along The Way Inside, gioiellino amperico pregno degli istinti degli anni Novanta e delle anime malate di stampo AINC, quelle ecchimosi sonore che suscitano fascino e maledizione sotto poca luce ma molta asprigna. Quattro tracce che riescono alla perfezione a rappresentare ed imporre la personalità di una band che suona ad alta tensione fuori dalla logica dei mid-tempo e dentro una folgorazione stilistica che non ammette concessioni di sorta, un ambito che incalza metal tecnico ed impervio con le diavolerie grunge Seattleiane di chitarre pesantissime e drumming martellante mentre una voce fa continua escalation tra ossessioni e dolcezze ruvide amplificate alla Pearl Jam “Crushing in my head”; certamente le influenze del quartetto capitolino sono ben marcate, ma sono “trattate” in maniera personalissima e non ricadono nello scontato o nella celebrazione in cui tanti cadono fino a farsi male, qui se c’è un male dl quale tenersi alla larga è il pogo invalidante che scaturisce dalla titletrack – su sintomatologiche compressioni Sepultura – tra le arie luciferine che grondano dolore e solitudine “Watch it” o nel fenomenale vokills espressivo che spacca e demolisce ogni velleità alla tranquillità “Resurrection”, poi se c’è rimasto ancora qualcosa di intero nelle vostre necessità umane, il tasto repeat tornerà ancora attivo per duplicare il suono venoso dei TWU.Quattro tracce che lasciano il segno e qualche ferita, un insieme notevole e folgorante che riporta i novanta di sangue e depressione nella loro forma più indelebile. Estimatori fatevi avanti. 75/100
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Stefano “Steph” Calabrese: Voce Anno: 2012 |