Scritto da Fabio "Stanley" Cusano e Gioacchino Frisina Giovedì 20 Marzo 2008 23:32 Letto : 2323 volte
Le rockstars, raggiunti i 50 anni (se non prima), decidono di contrastare la vecchiaia con trapianti, look improponibili e lifting, donando così al pubblico un’immagine sempre giovanile che possa rimandare ai tempi che furono, magari compensando in questo modo qualche uscita discografica in tono minore. Nick Cave, che i 50 anni li ha superati da 12 mesi, sta perdendo i capelli, veste sempre elegantissimo con i suoi gessati neri e sul suo viso le rughe sono ormai molte, ma ha deciso come suo personale processo di ringiovanimento, di affidarsi al rock’n’roll, sfornando quello che probabilmente verrà ricordato come uno dei suoi dischi più diretti e semplici di sempre (escludendo la parentesi giovanile con i Birthday Party). Infatti il cantautore australiano, che non incideva con i Bad Seeds un disco da quattro anni, prima si è prima rigenerato musicalmente con le scariche blues rock del progetto Grinderman, poi producendo la colonna sonora del film "The Assassination Of Jesse James", scritta con l’ormai fido Warren Ellis, tra i protagonisti assoluti di questo album. Sintetizzando: nessuna ballata maledetta o duetto femminile di turno, più chitarre, meno pianoforte e più rock’n’roll senza fronzoli. Parla bene in tal senso l’opener “Dig, Lazarus, Dig!!!”, primo singolo estratto (che cresce con gli ascolti) e la successiva “Today Lesson”, dal ritmo sostenuto e con un buon lavoro di ritmica tra Casey e Wylder. Il disco, come lo descrisse l’autore qualche mese prima della sua uscita è praticamente un concept sulla vita di Lazzaro nella News York di oggi, trasformando le sue vicende bibliche in una storia moderna, che va ad intrecciarsi con quella del mago Houdini, altra ossessione moderna di Cave. L’intro di “Night Of The Lotus Eaters” rimanda per qualche istante, col suo incedere cupo, alle composizioni che hanno reso famosa la band (qui molto più “presente” rispetto a gli ultimi due dischi) ; il riff della catchy “Albert Goes West” è ruvido ed ossessivo, mentre l’organo ha la parte del padrone in “We Call Upon The Arthur”, andando a comporre un trittico di pezzi micidiali. “Hold On To Yourself” ha un approccio acustico che ricorda, nemmeno troppo vagamente “As I Sat Sadly By Her Side”, celeberrimo singolo di No More Shall We Part, per molti l’ultimo vero capolavoro della combriccola. Diretta, ritmata e forte di contro cori invece “Lay Down Here…”, mentre “Jesus Of The Moon” fa da contro altare riportando la calma nell’ascoltatore. Concludono “Midnight Man”, con un’ottima interpretazione di Cave e la bellissima “More News From Nowhere”, dolce ninna nanna, nonchè miglior episodio dell’intero lotto che va a chiudere il disco. Insomma, se è vero che Dig!!!, Lazarus Dig!!! non verrà ricordato come il miglior episodio assoluto della sterminata discografia del poeta maledetto (ma in tal senso, ha già abbondantemente dato), il tutto si fa apprezzare per una freschezza ed un parziale rinnovamento di sonorità non indifferente. Insomma, se le rose non nascono più con spine pungenti, meglio coltivare quelle che si hanno a disposizione. 80/100di Fabio "Stanley" Cusano
Dopo circa una ventina di album e la parentesi Grinderman dello scorso anno, torna Nick ‘re inchiostro’ con la sua band di sempre i Bad Seeds. L’affiatamento tra i musicisti, ormai consolidato da anni, è gia notevole all’apertura dell’album con la ‘titletrack’, dove si notano subito alcuni cambiamenti di rotta rispetto ai dischi precedenti; la canzone infatti sia col suo ritmo andante e ripetitivo che col cantato spesso in recitato, riprende sonorità anni 60, ma anche quell’andamento blues, suo amato di sempre. di Gioacchino Frisina |
Nick Cave: Voce, chitarra Anno: 2008 |