
“Storie Invisibili”, ultimo lavoro del Banco del Mutuo Soccorso, si inserisce nella lunga e prestigiosa carriera di una delle band più iconiche del progressive rock italiano. Con questo album, il gruppo dimostra una longevità che raramente si riscontra nell'alveo discografico.
Sembra un ottimo inizio, per una recensione, se non fosse che l'opera vira inaspettatamente - e pericolosamente - verso la formula canzone, dando vita ad sorta di antologia di brani autoconsistenti, tagliando di netto con il sound progressivo felicemente rievocato con le ultime, ottime prove “Transiberiana” (2019) e “Orlando: le forme dell'amore” (2022). “Storie invisibili”, stando alle parole di Vittorio Nocenzi, chiude la “trilogia” dedicata all’esistenza umana iniziata con i lavori appena citati, con l’obiettivo di rappresentare “l’universale e il contemporaneo attraverso il racconto di storie e realtà vissute o da compiere da personaggi comuni, vicini al nostro vivere, che sono il vero fondamento per la storia dell’umanità”. Questa scelta, se da un lato rende il messaggio più accessibile, rispetto ai precedenti titoli, dall'altro limita quell'ampio respiro sinfonico e quelle complesse ed articolate evoluzioni che hanno da sempre caratterizzato il sound del Banco per tutti gli anni '70 ma anche recentemente, con le opere citate poco sopra, che si inquadrano a buon diritto nella lunga tradizione prog italica. L’ascolto complessivo, quindi, risulta frammentato in più parti, stante una rievocazione degli edifici sonori di “Urgentissimo” e “Buone notizie”, pur considerando vaghe espressioni progressive occasionalmente presenti. Anche i testi, pur essendo ricchi di significato didascalico e con tematiche assai attuali, mancano di quella profondità poetica e di quelle immagini evocative che hanno reso indimenticabili 33 giri come “Darwin” o “Io sono nato libero”. Un progetto, questo, che di fatto non convince pienamente, nonostante si debba riconoscere che la band abbia cercato come sempre di rinnovarsi e di proporre qualcosa di diverso, modus operandi senz'altro ammirevole. Alla luce delle considerazioni appena espresse, appaiono fuorvianti, sia l'uso altisonante della parola concept, da sempre indissolubilmente legata alla compagine progressiva, sia il confezionamento di una copertina ove campeggia il Salvadanaio, un vessillo che qualifica un marchio di fabbrica sonoro e non può identificarsi, invece, con una mascotte blasonata da ostentare in occasione di ogni uscita discografica.
(Gianluca Livi)
Il disco track by track
Soffermandosi sui brani, "Studenti", una traccia che invita le giovani generazioni a riappropriarsi dei temi politici tornando ad avere un ruolo attivo e propositivo, nonostante il disincanto causato dalla scarsa qualità dei governanti. Musicalmente ricorda la semplicità ed immediatezza delle armonie di “Canto di Primavera” scientemente sospinte verso un pop raffinato. "Il Mietitore" è invece un omaggio al lavoro agricolo, ai contadini, che sono fondamento spesso nascosto della nostra vita di tutti i giorni. Qui la musica si fa più dinamica ed interessante con una buona prova del cantante D’Alessio. A seguire l’incipit della atipica ballad “Il Pittore", il brano che forse risulta il più vicino agli anni prog della band, che evolve in un onirico confronto-duetto melodico tra voce e strumenti. Dopo l’interlocutoria “Non sono pazzo”, senza spunti particolari anche se con una ritmica sostenuta e predisposta ai live, l’album prosegue con brani più interessanti, primo fra tutti "L’Ultimo Moro Dell’Alhambra", ricco di un'atmosfera orientaleggiante con il marchio di fabbrica del piano e delle tastiere elettroniche in evidenza ad alternarsi su una convincente sezione ritmica che sorregge le improvvisazioni. Un unico appunto afferisce alla chitarra, forse poco in evidenza. “Senza nuvole” è la successiva ballad, dolce, onirica, avvolgente e rasserenante, a volte spinta troppo verso il contesto Sanremo (se questo è un limite), mentre “La Casa Blu” ha momenti affascinanti nell’incrocio-rincorsa delle voci di D’Alessio e Nocenzi, che mescolano melodie diverse. “Sarà Ottobre” riprende le atmosfere di “Transiberiana”, con ben in evidenza la chitarra che arabesca note sulla solita ritmica in battere, fino all’esplosione controllata dei sintetizzatori dal sapore vintage. E quando meno te lo aspetti, ecco una medievaleggiante “Canto di Natale”, racconto musicale degno di un moderno menestrello che ci introduce alle ultime tre tracce che chiudono il disco, dove la band raggiunge forse il culmine della creatività. “Spiegami il cielo”, “Solo meraviglia” e soprattutto “Capo Horn” dimostrano ancora una volta l’eccellenza della formazione con due tastieristi (a coadiuvare Vittorio - non soltanto a suonare - troviamo il talentuoso figlio Michelangelo) che ricamano melodie ed atmosfere. In sintesi, "Storie Invisibili" è un lavoro in linea con la storia del Banco, con un ritorno alle tastiere - a scapito della chitarra - con momenti ottimi ed altri che lasciano l'impressione di un potenziale non pienamente espresso. Un altro punto che lascia perplessi è la qualità della registrazione: i suoni talvolta risultano ottusi e poco definiti, con una produzione che sembra privilegiare elementi elettronici che vanificano la genuinità del suono naturale degli strumenti. Questo appiattisce l'ascolto e riduce l'impatto emotivo del disco, rendendo difficile l'immersione completa nelle atmosfere che il gruppo cerca di creare. Nonostante le citate perplessità, l'album ha momenti notevoli ed interessanti e dimostra che la band ha ancora voglia di esplorare nuovi territori, non soltanto musicali ma anche filosofico-esistenziali. In conclusione, “Storie Invisibili” è una fatica che, pur non rimarchevole, dimostra ancora una volta il talento e la dedizione del Banco del Mutuo Soccorso. Consigliato sia a chi non conosce il Banco, sia ai fan storici che amano scoprire nuove sfumature nella musica dei propri idoli.
(Lo staff di Artists and Bands)
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BANCO DEL MUTUO SOCCCORSO Storie Invisibili
Tony D'Alessio: Voce Vittorio Nocenzi: Organo, sintetizzatore e voce Michelangelo Nocenzi: Pianoforte, tastiere Filippo Marcheggiani: Chitarre e voce Dario Esposito: Batteria Marco Capozi: Basso
Pubblicazione: 2025 Label: The Saifam Group Genere: Rock / Pop
1 - Studenti 2 - Il mietitore 3 - Il pittore 4 - Non sono pazzo 5 - L'ultimo moro dell'Alhambra 6 - Senza nuvole 7 - La casa blu 8 - Sarà ottobre 9 - Cena di Natale 10 - Spiegami il cielo 11 - Solo meraviglia 12 - Capo Horn

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