Scritto da Luigi Maldera Giovedì 13 Ottobre 2022 09:09 Letto : 1802 volte
Dal 12 al 23 ottobre lo troviamo in scena, assieme ad Antonio Stornaiolo, con lo spettacolo “Il cotto e il crudo”. Già noti al pubblico come “Toti e Tata”, i due attori si ritrovano dopo 24 anni per ricordare e raccontare con nostalgia, passione ed entusiasmo, della Puglia più genuina, dei suoi luoghi, delle sue tradizioni, dei suoi personaggi, perché qualcosa, nel frattempo, è cambiato e deve essere necessariamente raccontato. Aggredita dalla modernità, la Puglia ha sùbito dei mutamenti: si sono alternati i suoi amministratori e si è ampliata la platea dei turisti, ma non è cambiata la capacità naturale di accogliere, ospitare ed ironizzare dei pugliesi tutti. Parimenti, non è cambiata la comicità di Solfrizzi e Stornaiolo. Lo spettacolo lo apre il secondo, proteso immediatamente alla ricerca dei pugliesi in sala, che sono parecchi “perché i pugliesi sono ovunque”. Poi arriva il partner e parte il racconto personale e di comunità, a cominciare da 25 anni prima, quando non c’era il “Brand Puglia”, quando il vino si vendeva sfuso e usciva dalla regione solo per tagliare quelli del nord, quando il turismo era “tra noi e noi” perché era la stessa comunità di Bari che si trasferiva nelle zone di mare (il turista, all'epoca una vera mosca bianca, era anche il corregionale di Brindisi). Ora la Puglia è la sesta meta mondiale più desiderata al mondo per le vacanze ed è anche il set dove si girano più film in Italia. Tutto ciò è raccontato in maniera orgogliosa ed intelligente, sempre in termini spassosi, specie quando l'attore precisa che tutto questo è successo… dopo il suo trasferimento a Roma!!! Dal canto suo, e più seriamente, Stornaiolo espone con entusiasmo e rispetto la cultura contadina, facendo riflettere il pubblico sui problemi della modernità. Le due ore di intrattenimento, che corrono assai velocemente, si concludono con due sketch, dove "Il cotto ed il crudo" (rectius: la modernità e la tradizione) si confrontano e si rincorrono. Contano, in chiusura, soprattutto le risate e gli applausi che esplodono potenti a suggellare anche la validità di riflessioni mai scontate, spesso profonde, talvolta caratterizzate da un pizzico di malinconia. Non sapremo mai chi avrà suggerito il titolo e chi avrà mai letto l’intero tomo di Lévi-Strauss, ma due certezze ci rassicurano a fine serata: l’idea di suggerire questo spettacolo a tutti i nostri amici; la consapevolezza di dove vorremmo andare a trascorrere le vacanze durante la prossima estate. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione dell'12 ottobre 2022. |
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