Scritto da Alessandro Splendori Giovedì 18 Giugno 2015 21:02 Letto : 1551 volte
Apre l'omonimo album [termine non casuale, visto che nella terza di copertina si dice esplicitamente "this album is only analog recording] di esordio] l'energica "Fader up&down", seguita su un'analoga falsariga da "Little clown". "Joker" attua una virata decisa verso il post-punk, con linee di basso più melodiche ed in maggior rilievo che in altri brani. Si prende fiato con "People as people", unico brano assieme a "Like coldest winter" in cui non si fa uso del distorsore per chitarra. Lenta e cupa, quasi psichedelica, si avvicenda "Outside now". Più complessa ed articolata, e forse per questo fra le migliori dell'album, è "Dead set". Di nuovo i suoni si induriscono in "Fragments of asteroid", poi tornano a calmarsi nella già citata "Like coldest winter". "Never machine", coi suoi frequenti cambi di ritmo e la struttura altalenante risulta la più godibile dell'intero lavoro, il quale si chiude con "Season", che è forse invece la meno convincente. A tratti alcune soluzioni adottate sembrano richiamare in maniera esplicita (addirittura in una certa concezione della registrazione) le band più note della scena di Seattle, specie nei loro esordi, come i Nirvana di "Bleach". Non si può neanche evitare di notare l'impostazione vocale alla Layne Staley in diverse tracce. Ma non l'avevamo archiviata questa stagione, verrebbe da chiedere? Pare di no, e tutto sommato così male non va. 60/100
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Emiliano Valente "Ru Fus": basso, noise, chitarra Anno: 2015
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