The Can: morto Holger Czukay

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Mercoledì 06 Settembre 2017 12:12 Letto : 1820 volte

 


Era il co-fondatore e bassista della famosa band tedesca (dettaglio della copertina di "Monster Movie" dei Can)

Holger Czukay, co-fondatore e bassista dei Can, storica band Krautrock, è morto ieri seta all'età di 79 anni.


(Foto Getty Images)

La notizia è stata diffusa dal giornale di Colonia "Kölner Stadt-Anzeigerreports" che ha scritto che il musicista – che non dava notizie di sé da qualche giorno – è stato trovato senza vita, da un vicino, nello studio originario della band a Weilerswist dove viveva. Per adesso non sono ancora note le cause della morte che arriva per la seconda volta a colpire la band tedesca in pochi mesi. Lo scorso gennaio, infatti, era morto il batterista Jaki Liebezeit.


I Can in una immagine di repertorio, Czukay è il primo da sinistra

CAN - cenni biografici

Czukay si formò alla scuola del compositore Karlheinz Stockhausen, sotto la cui guida studiò, prima di lavorare un po' come insegnante. Ma fu improvvisamente colpito da "I Am the Walrus" dei Beatles e questo lo portò a interessarsi sempre di più di rock ‘n' roll. Nel 1968 fondò i Can insieme al tastierista Irmin Schmidt, al chitarrista Michael Karoli e al batterista Jaki Liebezeit. Il gruppo creò un sound riconoscibilissimo, mescolando rock, jazz, psichedelia e musica d'avanguardia; questo originale mix musicale - unito ad una composizione improvvisata - innalzò i Can allo status di band di riferimento di quel periodo, tanto da influenzare anche quella che successivamente sarebbe stata definita New Wave.
Il primo disco dei Can è del 1969 e si intitola Monster Movie.
Fino al 1977 Czukay curò anche il suono degli album della band, mentre nel 1979 esordì con una album solista, sperimentando nuovi suoni e nuove forme di campionamenti e collaborando, nel tempo, con artisti del calibro di Brian Eno, e gli Eurythmics, tra gli altri. L'ultimo album da solista, Eleven Years Innerspace, è uscito nel 2015, mentre nel 2018 è in programma la pubblicazione dell'autobiografia della band: 'All Gates Open'.

 

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